Il genuino Mourinho

8 Novembre 2018 di Stefano Olivari

Il gesto di Mourinho alla fine di Juventus-Manchester United ha tante risposte e almeno una domanda: il pubblico ha sempre ragione? Il 99% degli esseri umani pensa di no, ma nel calcio chissà perché questo non vale. Non ci ricordiamo cori contro la famiglia di un medico che sbaglia una diagnosi o quella di un muratore che tira su una parete storta, solo l’allenatore e in misura minore i calciatori devono prendere e portare a casa quanto viene vomitato da anonime bocche. Poi chiaramente i media hanno i loro beniamini, quelli che li fanno sentire importanti: e così gli insulti di Mazzone alla curva dell’Atalanta dopo una plateale corsa erano gesti dovuti alla genuinità del genuino Mazzone, mentre il gesto delle orecchie di Mourinho (simile a quello del più insulso dei marcatori in trasferta, che passa sotto silenzio) è stato subito visto come una provocazione. Mourinho, divisivo più di Trump, nutre non a caso il massimo disprezzo nei confronti dei giornalisti e nei posti dove lavora ci tiene a sottolinearlo scegliendo come confidenti gli outsider, non quelli dei grandi giornali e delle televisioni che pagano il conto e il suo ingaggio. E così quasi nessuno scrive del ‘genuino Mourinho’. Ti insultano, fai un gesto, ti scusi anche, finita lì. È il tifo, pro e a maggior ragione (dà più soddisfazioni, perché a perdere sono in tanti) contro, se non esistesse il calcio interesserebbe meno della pallamano.

2. Sempre per stare sul tema, era onestissimo l’1,69 a cui abbiamo giocato i bianconeri, che se il calcio fosse uno sport avrebbero tranquillamente dovuto vincere con almeno due gol di scarto. È comunque con queste partite, nel range 1,50-2,00, che secondo i bookmaker gli scommettitori possono fare bene e non ci stancheremo mai di ripeterlo, soprattutto a noi stessi. Di certo in questa stagione ci sono payout (traduzione: percentuale di vincite rispetto alle giocate) altissimi, l’ultimo (quello di ottobre) svelato da Agipronews è dell’87,1% con un clamoroso 90,7% per l’online. I bookmaker stanno quindi in piedi per farci beneficenza? No, visto che diminuiscono i loro margini ma aumentano i volumi… L’impiegato della Snai non è pagato a percentuale.

3. Chi ha la bontà di seguirci sa come la pensiamo su DAZN: azienda diversa da Sky, ma senz’altro funzionale al mantenimento di un certo status quo aumentando i costi per il telespettatore, almeno per quello tossico. Quello fatto con Eddie Hearn è però un bel colpo, visto che il grande organizzatore inglese con la sua Matchroom Boxing e in joint venture con la OPI Since 82 dei Cherchi ha stretto un accordo con DAZN per ricreare un fidelizzazione del pubblico italiano nei confronti della boxe e in generale degli sport da combattimento. Il primo evento di una lunga serie il 30 novembre al teatro Obihall di Firenze, con il beniamino di casa Fabio Turchi a difendere il titolo WBC International Silver dei massimi leggeri contro l’ex campione del Commonwealth, Tony Conquest. Stiamo parlando di due lire e di titoli semiclandestini, ma tutto parte da un progetto di più ampio respiro visto che Hearn con la versione statunitense di DAZN ha in ballo 16 riunioni per giro d’affari totale di un miliardo (miliardo!) di dollari. Anche se è chiaro che il core business del giovane, nemmeno quarantenne, promoter inglese rimane Anthony Joshua.

4. Il decreto sicurezza fortemente voluto da Salvini e appena approvato dal Senato riguarda anche l’orticello sportivo e contiene l’ennesima esibizione di muscoli nei confronti del calcio. In sostanza le società, che già pagavano (non tutti lo sanno) le forze dell’ordine di servizio nei pressi o dentro gli stadi, adesso pagheranno molto di più: da un minimo del 5% dell’incasso della partita a un massimo del 10. Al di là delle cifre, visto che un incasso da un milione potrebbe ‘costare’ centomila euro, è folle il principio che equipara le forze dell’ordine alla sicurezza privata, come se i club calcistici non pagassero già le tasse. Con lo stesso metro bisognerebbe chiedere all’Anpi o a Casa Pound di pagare i poliziotti costretti a difenderli durante i loro ridicoli cortei.

5. Il generale Giap, scomparso ultracentenario pochi anni fa, si starà rivoltando nella tomba pensando alla Formula 1 in mano agli americani di Liberty. Inoltre il marketing editoriale impone di parlare sempre bene del passato. Però il tracciato del Gran Premio del Vietnam, in programma ad Hanoi dal 2020, lo troviamo clamorosamente bello. In teoria sarà un circuito cittadino, in pratica avrà delle strutture semipermanenti e un disegno che è un misto di Nurburgring (le prime due curve), Monte Carlo, Suzuka e Sepang. Potrebbero anche esserci dei sorpassi…

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