Gli infelici che studiano Van Bommel

13 Novembre 2018 di Indiscreto

Ed ecco il nostro modesto punto sulle scommesse calcistiche, come ad ogni sosta per le nazionali. Ognuno ha la sua strategia e fra le nostre tante (troppe) che affianchiamo quella migliore, negli ultimi 15 anni vincente con una media stagionale di circa il 37% sul capitale e massimo 5% (di solito 1, 2 quando ci crediamo molto, il 5 vale per eventi che riteniamo taroccati) del budget sulla singola partita, non cambia: gioco su alcune singole favorite nel range 1,20-2,00 di partite di campionati europei in cui siamo in grado dalle probabili formazioni di capire se tutti faranno sul serio. Niente Asia, niente Sudamerica, niente altro. In sostanza mettiamo sul PSV Eindhoven (quando riteniamo che Van Bommel schieri la miglior formazione possibile) e più raramente sul Nomme Kalju, che pure studiamo al pari della pregevole, per le scommesse sui gol e non sui risultati, Meistriliiga. Poi fare sul serio non garantisce la vittoria nemmeno ai più forti, ma nell’arco di una stagione la strategia sta in piedi. Provate, usando il vostro cervello.

Cosa vogliamo dire? Non vendervi il nostro metodo infallibile per vincere alle scommesse, perché non ne esistono e chi afferma il contrario è un truffatore. Ogni partita è frutto di una scelta e di una valutazione dell’offerta. Ma soprattutto i veri rivali sono gli altri giocatori, quelli che giocando ‘giusto’ fanno abbassare le quote, non il banco. Ci preme di sottolineare, visto che teniamo vari e folli bilanci (gioco su over/under, calci d’angolo, cartellini per citare quelli di cui non dobbiamo vergognarci), che derogando dallo schema, da un qualsiasi schema, facciamo sempre peggio rispetto al compitino. È un discorso un po’ breriano: se facendo il tuo gioco stai perdendo, abbandonandolo straperderai.

Perché allora non siamo ricchi? L’abbiamo già scritto: se il capitale iniziale è ridicolo, il nostro è di 10.000 euro con puntate quindi da 100, anche facendo molto bene non si va oltre il pagamento delle spese di condominio (almeno per noi è così). Va detto che se per ipotesi avessimo 100.000 euro da buttare via, probabilmente non avremmo il coraggio di mettere con sistematicità 1.000 euro su una partita, anche se a volte l’abbiamo fatto (vivendola male), quindi la mediocrità è la nostra giusta dimensione. Inoltre la scommessa di istinto, il proverbiale ‘Atalanta-Inter sotto la pioggia è una partita da Under’, insomma la giocata a cui non si resiste, quasi azzera i ricavi del compitino: totale dei totali, il 2017-18 l’abbiamo chiuso a più 850, avremmo guadagnato più soldi prostituendoci (anche solo intellettualmente). Oh, poi c’è sempre il genio che sa in risultati in anticipo (nel caso anche 1,01 sarebbe una bellissima quota) o il fenomeno che asserisce di vivere di scommesse: l’impiegato, con due ore di coda ad andare in ufficio e due a tornare, continua a farlo per hobby.

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