Cinque Stelle o giornalisti?

12 Novembre 2018 di Indiscreto

Esistono categorie che così, di pelle, siano più antipatiche dei politici dei Cinque Stelle e dei giornalisti che li raccontano? Il nostro ‘Di qua o di là’ di oggi è ovviamente basato sulle reazioni alla sentenza di assoluzione di Virginia Raggi, in particolare quelle di Di Battista che dal Nicaragua ha definito chi ha seguito la vicenda Raggi negli ultimi due anni ‘Pennivendoli e puttane’. Una linea che con toni diversi è stata quella di un po’ tutti i pentastellati, da Di Maio a Bonafede, e che al di là delle reazioni corporative e scomposte si basa su un assunto: la sindaca di Roma, e in generale tutti i Cinque Stelle, vengono raccontati dai media con un metro diverso rispetto a quello riservato ai partiti ‘di una volta’ (qualsiasi cosa voglia dire) e a quelli di oggi, dal PD fino addirittura a Forza Italia e alla Lega che fino a pochi mesi per il giornalista collettivo erano l’Anticristo.

Certo è che la Raggi è stata attaccata molto anche sul personale, fra presunti fidanzati (tutti più o meno coinvolti nell’amministrazione romana) e presunte Kelly, più che su un’accusa per un reato, falso ideologico in atto pubblico, di impossibile definizione e che quindi trasforma in processo politico anche processi partiti con intenzioni buone. Più che con le televisioni i pentastellati ce l’hanno con i grandi quotidiani, dal Corriere della Sera a Repubblica, ma sulla piazza locale soprattutto il Messaggero, ritenuti espressioni dei poteri forti che avrebbero avuto molti dei loro affari rovinati dall’ascesa di un Movimento che culturalmente dice di no a tutto ciò che non sia incluso nel proprio programma. In effetti da certe cronache sembra che le buche si siano aperte negli ultimi due anni, mentre nei settanta anni di gestione dei partiti perbene le strade erano perfette come un tavolo da biliardo.

Difficile essere razionali giudicando, bene o male che sia, un movimento che ufficialmente non ha un’ideologia ma si raggruppa intorno ad alcuni provvedimenti e ad alcuni slogan. Siamo inevitabilmente condizionati dall’ultimo esponente politico che parla, che può essere il bravo amministratore di condominio ma anche il blogger da scie chimiche. Quindi il ‘Di qua o di là’ in un sito i cui lettori votano al 15% per i Cinque Stelle non può che essere di pelle: Cinque Stelle o giornalisti?

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