Tutti più sicuri con il security manager

30 Ottobre 2018 di Stefano Olivari

Anche la nuova puntata di Report sulla curva della Juventus si presta a poche interpretazioni: in uno stadio di proprietà, un gioiello esaltato in un articolo su due dai neo Gianduia Vettorello, la curva della prima squadra d’Italia di casa è in mano a vari gruppi mafiosi quasi del tutto estranei alla città di Torino, al calcio e anche alle logiche ultras che di base non sarebbero peggiori di quelle di chi sta sul divano con il telecomando. Ci sembra più grave questo rispetto alle eventuali responsabilità del security manager Alessandro D’Angelo, uno che ha accesso diretto ad Andrea Agnelli, e che dalle intercettazioni appare come un uomo stritolato fra poteri diversi, senza nemmeno la personalità del proverbiale ‘stalliere che deve conoscere i ladri di cavalli’ citato a suo tempo dall’Avvocato. Anche provando a tenere fuori gli aspetti penali e sportivi, come è possibile che l’associazione europea dei club sia presieduta da uno che non è capace di controllare il suo stadio? Non facciamo gli eroi con la pelle degli altri, fosse anche di Agnelli: la paura per l’incolumità personale riguarda tutti, anche chi gira con le guardie del corpo. Ma la figura rimane pessima, come certi editoriali televisivi di pronto intervento.

2. Dopo la vittoria personale della nomina a membro CIO la nuova sconfitta politica di Malagò non interessa al grande pubblico, ma di sicuro cambierà per sempre lo sport italiano. Sempre che la bozza della legge di bilancio ispirata da Giorgetti si trasformi davvero in legge di bilancio, sfuggendo agli agguati di qualche socio dell’Aniene. In pratica dovrebbe essere abolita la CONI Servizi, che altro non è che la società che distribuisce 370 milioni di euro dei 410 di finanziamento statale annuo al CONI, per creare questa ‘Sport e salute’ che sarà diretta emanazione del governo del momento, quindi oggi di Giorgetti. La questione è semplice: i criteri di distribuzione dei soldi sono di fatto il principale dei poteri del presidente del CONI, che può nella piena legalità aiutare le federazioni amiche e punire quelle nemiche. E chi è l’attuale presidente della CONi Servizi? Roberto Fabbricini, fedelissimo di Malagò e appena uscito con le ossa rotte dal commissaria mento delle FIGC conclusosi il disastro della B a 19 squadre più altre ricorrenti. Il CONI cessa così di essere un ministero dello sport ombra, rimanendo però uno stipendificio per chi ci lavora oltre che coordinatore della preparazione olimpica visto che lo prevede lo statuto del CIO. Venendo a noi, cosa cambierà in concreto? Le medagliette conteranno di meno e questa distribuzione direttamente in mano alla politica premierà gli sport più praticati e quindi con più elettori: a occhio, buone novità per la pallavolo e cattive per la scherma.

3. Urbano Cairo si sta coprendo di ridicolo, come del resto è logico per un Berlusconi che non è Berlusconi, sostenendo e facendo sostenere che il Torino e Mazzarri siano nel mirino degli arbitri, condendo il tutto con proposte regolamentari come se la FIGC fosse l’International Board. Mazzarri ha una storia di espulsioni (siamo a quota 25), in quasi ogni squadra allenata, che prescinde dal Torino, mentre il club granata non si capisce a chi darebbe fastidio visto che è stato costruito per stare in mezzo alla classifica e rimanerci. Il problema con l’editore del Corriere della Sera e della Gazzetta dello Sport è che i suoi giornali non lo possono criticare, mentre i giornalisti che lavorano altrove sperano di lavorare nei suoi giornali prima del fallimento di quelli attuali.

4. Andando da Mattarella le ragazze della Nazionale di pallavolo hanno concluso il loro mese magico, con  l’argento al Mondiale e soprattutto la pazzesca visibilità (8 milioni di telespettatori per la finale) su Rai2, che sarebbe stupido paragonare a quella del calcio che numeri simili li può fare ogni settimana ma che dovrebbe far schiattare di invidia tanti sport che con miopia si sono autoreclusi nel mondo pay, anche con il campionato. Con la pallacanestro il confronto più calzante, parlando di Nazionale e non di club: poi a noi tossici Eurosport Player e Sky Sport vanno benissimo, ma il famoso bambino che che scopre uno sport in televisione può solo sperare di avere genitori abbonati alla pay-tv. I cui numeri reali non sembrano volgere al bello, anzi.

5. Dell’incidente in elicottero che ha tolto la vita al proprietario del Leicester City e a quattro altre persone ci hanno colpito le reazioni popolari, più che quelle scontate degli addetti ai lavori, Ranieri in testa, che con con lui hanno vissuto stagioni (metteremmo anche quella della rimonta-salvezza con Pearson) magiche. A memoria si tratta del primo proprietario straniero ad essere entrato così nel cuore di una realtà e di una comunità locale: non vorremmo portare male, ma non ci immaginiamo pianti e lanci di sciarpe per le eventuali morti di Zhang, Singer o Pallotta, e nemmeno, per stare in Inghilterra, di Abramovich, dei Glazer o di Kroenke. Vichai Srivaddhanaprabha, la cui formazione e cultura non avevano nulla a che vedere con Leicester, ha evidentemente saputo trasmettere qualcosa al di là dei soldi spesi.

(La prossima puntata dello Svegliarino è prevista per mercoledì 31 ottobre 2018)

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