I reclutatori di Miressi

6 Agosto 2018 di Oscar Eleni

Oscar Eleni inseguito da Nerone che non ci lascia respirare, una fuga verso l’abbazia benedettina bavarese così ben raccontata su Repubblica da quel genio che è Paolo Rumiz per meditare sul fine settimana dell’Italsport che ci costringe ad una sosta nell’oasi degli psicanalisti. Sogniamo o è venuto il momento di svegliarsi? Insomma, cosa possiamo dire a quelli che erano convinti, molti lo sono ancora, che fare sport in Italia sia davvero difficile? Eppure qualcosa si muove e queste miniolimpiadi europee fra Glasgow e Berlino ci dicono che esistono dei Robin Hood nella foresta dove gli sceriffi in carica se ne strafottono dello sport nella scuola, del lavoro certosino di centinaia di veri dilettanti che aiutano tanta gente. Magari lunedì prossimo si potesse scrivere dell’atletica italiana quello che ci hanno tirato fuori fra lacrime, banalità, imprese, quelli del nuoto, del ciclismo, del canottaggio, della ginnastica che ha sorpreso tutti con le sue giovanissime.

Certo una domenica speciale con quel Fognini che straccia Del Potro, Dovizioso che torna a far ruggire una bella moto italiana come la Ducati, meraviglie e sapete quale è stata la più bella di tutte? Il modo in cui Gregorio Paltrinieri è andato in battaglia anche se stava davvero male, la maniera in cui ha accettato una sfida che poteva anche non accettare, ma, soprattutto, il modo in cui ha accettato la sconfitta mentre i chierici narranti gli trovavano ogni tipo di giustificazione. Lui li ha lasciati parlare e poi ha detto quello che un grande campione, soprattutto cresciuto in un mondo dove fa più prima pagina il presunto ritorno di Milan e Inter al vertice, difficilmente ammette, mentre il coro lo giustifica e gli sponsor lo pregano di minimizzare: “Ho combattuto con quello che avevo, loro, davanti sono andati benissimo e non è detto che se fossi stato al meglio avrei potuto batterli”. Grande Paltrinieri mentre i padroni di basket e pallavolo stanno cercando i loro reclutatori domandandosi perché il due e zero due Miressi, campione europeo dei 100 stile libero, la storia accidenti, è andato a fare nuoto e non il loro sport dove anche i bambini hanno già un agente perché qualcosa si guadagna sempre. Non poteva fare il baseball o il softball dei genitori, troppo alto, ma tirare a canestro, schiacciare lo avrebbe fatto benissimo con quelle spalle da granatiere.

Misteri di una domenica fra leone e vergine da dedicare a san Osvaldo chiedendo scusa a Paolo Maldini se non ci inchiniamo al suo ritorno nella corte del Diavolo. Una bella notizia, ma lui stesso, uomo vero di sport, ammetterebbe che erano altri a meritare il primo piano nella domenica tutta azzurra. Pensate che le imprese dei ciclisti, dei canottieri e dei nuotatori hanno persino oscurato lo shopping milanese in via della Spiga di Cristiano Ronaldo che sarà sicuramente un affare, che è certo un grande calciatore, ma che potrebbe anche cambiare troppe cose alla reggia sabauda dove la gente è un po’ come il Miressi di Moncalieri, gode se vince, si diverte se lavora bene, ma non combatte la noia tirando soltanto uova in faccia.

Certo il campo europeo non è quello mondiale, ma le gare scozzesi ci hanno detto che esiste uno sport fatto all’italiana, gestito quasi sempre bene da federazioni che spesso abbiamo anche criticato. Sarà colpa del caldo, di questa sonnolenza che fa sognare. Non cambia niente se dobbiamo giudicare il rapporto fra sport e mondo esterno, cominciando dalla scuola, fra attività agonistica e presunti governanti, siamo sempre un vagone di seconda classe, ma se lunedì prossimo alla fine dell’atletica europea potremo ancora raccontare imprese che sembravano impossibili, be’ allora dovremo andare a rivedere un po’ tutto. Temiamo che non sarà necessario farlo.

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