Il Milan salvato da Berlusconi (più cinema, Under 19, Foggia e campioni in famiglia)

20 Luglio 2018 di Stefano Olivari

Il Milan è stato salvato dallo stesso Silvio Berlusconi che apparentemente lo aveva affossato cedendolo all’ectoplasma Yonghong Li. A Losanna il club rossonero ha riconquistato non soltanto l’Europa League, che non importa a nessuno ma vale una ventina di milioni facendo quasi il minimo sindacale e il doppio facendo il massimo. Ha riconquistato una credibilità che potrà spendere immediatamente sul mercato, per trattenere i non molti degni di far parte di un Milan ambizioso. L’unica eccezione potrebbe essere Bonucci, che a 31 anni tanto tempo per aspettare non ha, ma non è detto. In sostanza la farsa messa in piedi da Berlusconi ha portato a quattro stagioni tristi e di transizione, tutte quelle del dopo-Allegri, ma non poteva terminare che con un atterraggio morbido. Fra poco con il nuovo management scelto da Elliott sarà tutto più chiaro, ma al 90% si tratterà di dirigenti e di staff tecnico che avendo le mani libere (dai casini personali, da Galliani, dai magistrati) avrebbe scelto a suo tempo il Berlusconi vero. Che adesso, lo precisiamo a scanso di equivoci, è fuori dai giochi ma ancora una volta ha vinto visto che da tutta l’operazione la Fininvest ha incassato 600 milioni e che il Milan alla fine è in mani più che solide, oltretutto svincolato dai sicuri tempi supplementari della vicenda. Ha perso invece chi è andato allo stadio, si è abbonato alle pay-tv, si è arrabbiato, ha scritto, ha discusso: tempo perso, ma noi tossici non abbiamo in fondo alternative. Quanto a Yonghong Li, indagato dalla Procura di Milano, qualcosa ci dice che non sarà reperibile tanto facilmente. Magari, con il proverbiale senso dell’umorismo cinese, adesso starà ridendo di chi ha pensato (e purtroppo anche scritto) che uno butta via 500 milioni perché non riesce ad ottenerne 32 in un momento in cui i soldi quasi te li tirano dietro.

2. La serie A nei cinema e nei teatri, cioè la nuova via scelta dalla Lega per raccattare soldi, viene fatta passare come genialata ma è soprattutto una furbata ai danni di Sky e Perform, che nel momento in cui hanno fatto le loro offerte non potevano sapere di questo sviluppo. Una mossa che non influirà più di tanto sul pubblico allo stadio, visto il limite minimo di 80 chilometri di distanza per poter trasmettere le dirette nei cinema, ma abbastanza su quello televisivo che già di suo è in questa estate confuso e poco felice. Soprattutto su quella realistica e reale parte del pubblico interessata solo alle partite di una sola squadra, la propria. Non è soltanto una questione di soldi, magari 38 presenze al cinema alla fine verranno a costare più di Sky Calcio e Dazn messi insieme (ma crediamo propio di no, un biglietto da cinema di prima visione moltiplicato 38 fa 285 euro), ma di semplice gestione dell’abbonamento. Senza contare l’obbligo del wi-fi in casa per poter vedere tutto: stando ai media l’Italia è piena di pensionati iper-tecnologici, ma i pensionati che conosciamo noi non sanno nemmeno cambiare la numerazione dei canali di un normale televisore. Insomma, qualcuno farà un bagno di sangue e questo qualcuno non sarà certo la Lega, almeno fino al 2021.

3. L’Under 19 sta facendo davvero bene all’Europeo che si sta disputando in Finlandia (le prime 5 vanno al Mondiale Under 20 dell’anno prossimo) e non è soltanto per crisi di astinenza che stiamo seguendo le sue partite su RaiSport. Netta la differenza fra chi ha già frequentato il calcio vero per più di qualche minuto (soprattutto Christian Capone, tornato all’Atalanta dopo il prestito al Pescara, ma anche il milanista Plizzari, lo juventino Kean che ha fatto cose discrete al Verona e Brignola che è ancora del Benevento) e gli altri, come è logico che sia e con la certezza che in pochi anni i valori possono cambiare. Ma cosa volevamo dire? Ah sì: presi uno per uno i 20 ragazzi convocati da Nicolato e gonfiando le loro valutazioni di mercato del 20% rispetto alle cifre dei siti specializzati, facciamo fatica a raggiungere i 50 milioni totali. Stiamo parlando dei migliori Primavera d’Italia o giù di lì, è bene ricordare. Il prezzo dei giocatori è opinabile, si può sindacare soltanto quando questi giocatori quasi non esistono (è il caso dei ‘giovani di serie’ del Chievo, senza arrivare ai casi Palestro), ma l’entusiasmo mediatico per le plusvalenze dell’Inter che hanno permesso di superare il fair play UEFA era davvero degno di miglior causa.

4. Dare soldi in contanti ai giocatori si può, se il bilancio è formalmente a posto. Questo il senso della decisione della Corte Federale d’Appello che ha diminuito da 15 a 8 i punti di penalizzazione del Foggia (da scontarsi nel prossimo campionato di B, beffando quindi l’Entella), ridotto le inibizioni dei fratelli Sannella, azionisti del club, e cancellato i tre mesi di squalifica a De Zerbi, che quindi potrà guidare ufficialmente il Sassuolo fin da subito, oltre che ai suoi collaboratori e di alcuni giocatori. La linea difensiva (la linea difensiva!) del Foggia era che i contanti incriminati (tutto era partito da un’inchiesta non sportiva, per riciclaggio) non servivano a pagare i dipendenti, ma per le case e i prestiti (prestiti!) ai giocatori. Come a dire: se Agnelli volesse pagare 5 milioni in contanti, di tasca sua, per la villa di Cristiano Ronaldo alla Mandria, o prestare 200.000 euro a Sturaro per aprire un ristorante, potrebbe farlo e non sarebbe considerato come contabilità parallela. Una vicenda emblematica, quella del Foggia, perché come detto i suoi bilanci erano a posto e gli interessi dei terzi vengono tutelati a seconda del peso dei terzi. Commento del procuratore federale Pecoraro: ”È quasi un invito a utilizzare soldi neri”. Quasi?

5. Media omofobi per tifosi omofobi: è un discorso generale e che parte da lontano, non pensiate che ci si riferisca a qualcuno in particolare. Nel giro di poche settimane si può passare da bisex affitta-uteri con amici palestrati che gli spalmano la crema a padre di famiglia al quale l’Italia ha fatto scattare una insopprimibile voglia di matrimonio, con tanto di copertina a supporto. Come se uno scenario fosse migliore o più accettabile, per il tifoso medio, rispetto ad un altro. Ancora più frequente il percorso contrario: il personaggio positivo della serie A che andando all’estero si corrompe e comincia a bere o a drogarsi, forse perché nel nuovo paese non trova media così servili. Coltivando il grande sogno di tornare con ingaggio dimezzato.

(La rubrica torna lunedì, forse)

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