Il credito di Spalletti (più Higuain, Borriello, Baldini e serie B)

31 Luglio 2018 di Stefano Olivari

Con l’ingaggio di Vrsaljko si può dire che Luciano Spalletti abbia disposizione due squadre, anzi quasi due squadre visto il limite a 20 nella lista per la Champions e 22 per il campionato: nessuna delle due è sulla carta da scudetto, ma quella teoricamente titolare se la può tranquillamente giocare per il secondo posto con Roma e Napoli. Un passo in avanti, pensando che l’anno scorso sulla carta l’obbiettivo ambizioso era il quarto posto. L’ennesimo passo della società nei confronti di Spalletti, che rischia (visto che si parla di un giocatore ad altissimo rischio, per infortuni e vita privata, tanto è vero che il Bayern lo avrebbe ceduto in ogni caso) di essere completato con Vidal. Ma parlare di calcio ci annoia e quindi andiamo direttamente al retroscena, che poi tanto retro non è: allo Zhang vero, al quale per evidenti motivi tutto arriva filtrato (non ce lo vediamo con il televisore acceso fisso su Sky Sport 24 o Sportitalia) da chi gli presenta le cose in un certo modo, non è piaciuta questa modalità di chieditore seriale e, per farla breve, considera lo Spalletti 2018-19 sotto esame molto più che nella stagione precedente. Dall’altro lato persone che ben conoscono Walter Sabatini ci riferiscono che lo smarcamento dall’amico avvenuto negli ultimi mesi della scorsa stagione sia stato più di facciata che altro. Entrambi avrebbero fatto sacrifici per tenere Kondogbia, nell’estate 2017, soprattutto entrambi non hanno capito il senso dell’operazione Cancelo, al di là del fatto che Spalletti alla fine abbia avuto Vrsaljko (che ha caratteristiche diverse ed in ogni caso non è utilizzabile da centrocampo in su). Preso come una scommessa, Cancelo, aspettato dopo un infortunio al legamento che sembrava grave e che comunque non è stato uno scherzo (di fatto ha perso quasi tre mesi), ha disputato un gran girone di ritorno facendo venire a Spalletti determinate idee (esterno di centrocampo in un 4-4-2 futuribile). Al di là della tattica, l’attuale dirigente della Sampdoria era convinto che andasse riscattato perché uno così era facilissimo da rivendere, anche nei tempi del fair play UEFA (fine giugno). Stesso discorso, più in piccolo, per Rafinha: lì la rivendita sarebbe stata quasi impossibile e fin da subito con il Barcellona si doveva parlare di rinnovo del prestito. In altre parole: Spalletti è contento di Vrasaljko, ma gli sembra di avere buttato via un anno lavorando su Cancelo e Rafinha. E quindi? Il brasiliano è tuttora sul mercato e fra chi può prenderlo c’è di nuovo l’Inter, ma in generale si è creata una situazione in cui l’allenatore pensa di essere in credito con la società e soprattutto viceversa.

2. Inutile in una rubrica che non segue la stretta attualità fare previsioni sul mercato del Milan, legato alla volontà di Higuain di ridursi l’ingaggio per avere il grande privilegio, a 31 anni, di andare a giocare per il quarto posto, invece che per lo scudetto, e per l’Europa League invece che per la Champions: dobbiamo crederci? Buttiamo però lì un retroscena americano di primissima mano (il fatto di essere sfigati non ci impedisce di conoscere grandi manager, che anzi adorano essere circondati da sfigati) su Elliott e su Arrow Financial, azienda più importante del fruttivendolo sotto casa nostra (è quotata al Nasdaq) e che ha sostenuto Elliott in parte dell’operazione Milan. L’ha scritto già qualcuno? Magari sì, ma ci è sfuggito. Comunque la notizia è che in uno dei recenti meeting Elliott-Arrow, in cui il Milan è stato uno dei temi, si è parlato seriamente non dell’acquisizione della società, che era scontata da un anno, ma dell’orizzonte temporale e soprattutto delle ricapitalizzazioni necessarie. Pare di capire che a New York benedicano il fair play finanziario, scudo stellare contro megaspese che non c’è alcuna intenzione di fare al di là del tipo di agreement con l’UEFA. Insomma, come i cinesi dell’Inter, solo che sono americani. Ma almeno il Milan in senso stretto è salvo, non è cosa da poco, con i tempi supplementari giudiziari che riguarderanno altri. Sognando la stangata, perché Caldara per Bonucci è una stangata, a una Juventus da all in.

3. A proposito di Milan, bella intervista a Marco Borriello sulla Gazzetta (a firma G.B. Olivero), in cui il trentaseienne attaccante lancia segnali al suo estimatore Leonardo per fare il panchinaro (se fosse sano, visto che gli ultimi mesi con la Spal sono tutti da decifrare, non sarebbe nemmeno una brutta idea) in rossonero e spiega bene qualche retroscena dei mitici bonus contenuti nei contratti. In quello con il Cagliari di Giulini c’era scritto che avrebbe dovuto prendere 50.000 euro in più per ogni gol, ma ad un certo punto quando ne aveva segnati già 16 la società premette per non farlo giocare e la situazione degenerò, in mezzo anche a scontri con compagni di squadra come João Pedro. Il calcio di fine stagione non si discute, si ama.

4. Non è chiaro a cosa serva il cosiddetto comitato esecutivo della Roma, se non a dare una veste ufficiale alla collaborazione che da un paio d’anni Franco Baldini ha con la Roma come consulente personale di Pallotta, sua terza incarnazione giallorossa dopo quella nell’era Sensi e quelle all’inizio della storia americana. Difficile che Baldini si metta a fare il mercato (Monchi l’ha scelto e suggerito lui), possibile che voglia riprendere in mano un vecchio ma sempre attualissimo discorso politico-sportivo iniziato ai tempi di Sensi. Gli avversari sono cambiati, schierano manager poliglotti invece di direttori sportivi dall’italiano zoppicante, ma le logiche no.

5. Ci sbaglieremo, ma l’aria popolare che tira non ci sembra molto positiva per le pay-tv, di fatto ‘la’ pay-tv visto che DAZN all’occhio di un marziano sembrerebbe un satellite di Sky Sport, né più ne meno di una Fox Sports con un altro nome, ma spese e sbattimenti in più per il nonno multimediale. Per questo quello della RAI per l’anticipo della B del venerdì sera da trasmettere in chiaro è un bel colpo (3 milioni la spesa), al di là dello spettacolo per stomaci forti che spesso offre la categoria. Che a questo punto ha rastrellato di suo 25 milioni sul mercato televisivo (22 da DAZN), in attesa del collocamento dei diritti per l’estero. Un simpatico dettaglio è che a fine luglio non si conoscono ancora i nomi delle partecipanti e nemmeno il loro numero, visto che la riduzione a 20 squadre potrebbe diventare operativa da subito. In questo senso la FIGC commissariata, quindi con gente di passaggio in grado di prendere decisioni impopolari, potrebbe essere di aiuto.

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