Camila Giorgi e l’inguardabile tennis femminile

11 Luglio 2018 di Indiscreto

In più di un’occasione Camila Giorgi ha ammesso, senza spocchia e come se fosse una cosa scontata, che lei il tennis femminile non lo guarda. Voleva dire, probabilmente, che è troppo concentrata sul suo gioco per pensare a quello delle altre, ma questo non toglie che il tennis femminile sia diventato davvero inguardabile e lo diciamo dopo una bellissima partita come il quarto di finale di Wimbledon fra la stessa Giorgi e una Serena Williams che ha salvato la pelle con le solite mazzate di servizio ma che ha sofferto molto quando la Giorgi è riuscita a farla spostare dalla sua mattonella.

Il tennis femminile di oggi è inguardabile non per un fattore estetico del genere ‘Ah, signora mia, il rovescio a una mano di una volta…’ o del genere più strettamente bavoso, ma perché è diventato una versione minore di quello maschile. Una storia che parte da lontano, come minimo dall’era Graf. I motivi per cui non guardiamo Ostapenko-Cibulkova, per citare un altro quarto di finale, sono gli stessi per cui non guardiamo partite di Challenger a meno di non averci scommesso dei soldi. Detto che una Serena Williams leggermente dimagrita dominerebbe come un tempo anche a 37 anni e dopo la maternità, il clamoroso livellamento (a Wimbledon una sola fra le prime 10 teste di serie negli ottavi e nessuna nei quarti…) attuale non sarebbe di per se un male, visto che nelle prime 10 del ranking WTA troviamo giocatrici superdifensive (Wozniacki, Kerber, Stephens), super-offensive (Kvitova, Pliskova, Venus Williams) e di pressione-progressione (Halep, Muguruza, Svitolina, Garcia). Insomma, l’incertezza del risultato è una bella cosa anche se la maggior parte degli spettatori sogna di vedere il millesimo Federer-Nadal.

Il problema del tennis femminile, al netto del politicamente corretto che impone gli stessi premi degli uomini nonostante rating televisivi che valgono meno di un terzo, è irrisolvibile: donne che giocano da donne sono noiose, quelle che giocano da uomini sono uomini di serie B. Oggi resisteremo 5 minuti al massimo su Raonic-Isner, ma almeno sappiamo che più forte di così è difficile tirare. È quindi chiaro che il prodotto tennis femminile si può vendere solo in presenza di grandi personalità che associno i risultati a un certo carisma fuori dal campo. Un carisma che oggi hanno solo due ultratrentenni come Serena e la Sharapova, che peraltro giocano lo stesso tennis che giocavano 15 anni fa. Il fatto estetico non c’entra, diversamente dovremmo rimanere attaccati alle partite della Bouchard (meglio seguirla su Instagram). Nel suo piccolo, nel mercato italiano, anche Camila Giorgi un po’ di carisma ce l’ha (chi è silenzioso sembra sempre più profondo di chi parla troppo) e non è un caso che abbia più tifosi rispetto a chi ha avuto carriere più consistenti.

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