Balalaika e la tristezza da fine Mondiale

12 Luglio 2018 di Indiscreto

L’annunciata puntata speciale di Balalaika prevista per il dopo Croazia-Francia ci ricorda che sta finendo il Mondiale e che siamo già tristissimi: l’idea di vedere una serie A in cui si vincerà lo scudetto con 50 punti di vantaggio sulla seconda non aiuta a tornare alla vita normale, così come l’obbligo di spiegare al popolo perché CR7 sia un bene per tutta l’economia italiana (anche per la siderurgia e l’apicultura) non aiuta a far tornare l’entusiasmo. Nostalgia per le partite e perché sono state date tutte in chiaro da Mediaset, facendo tornare il Mondiale un vero appuntamento popolare, meno per le trasmissioni di contorno. I gusti personali sono una cosa, ma quel minimo di onestà che ci rimane impone di dire che dopo l’inizio stentato Tiki Taka Russia e Balalaika (a un certo punto della manifestazione diventate indistinguibili) hanno ottenuto buonissimi riscontri di pubblico pur facendo sempre peggio rispetto alle partite che li trainavano.

Ci ha sorpreso in particolare la peggiore delle due, cioè Balalaika, che dopo Croazia-Inghilterra ha avuto il 21,25% di share con 2.613.000 spettatori di media: numeri di oltre il 50% più alti rispetto all’inizio, che hanno tranquillizzato i vertici Mediaset ma non cancellano i difetti di fondo. Dall’inconsistenza di Ilary Blasi a un Abatantuono che di puro mestiere maschera la bollitura, da una Gialappa’s poco a fuoco a un Mago Forest che avrebbe meritato testi migliori, passando per un Nicola Savino che sembrava lì per caso, collegamenti esterni imbarazzanti e trovate davvero da vecchia televisione, spacciate per ironiche-autoironiche (come definire i balletti?). Si sono a volte salvati gli ospiti (anche se l’ingessato Mancini avrebbe potuto astenersi) e si è salvata il personaggio sulla carta più pop e fuori contesto, Belen Rodriguez, oggetto all’inizio di battute da caserma e via via trasformatasi intelligentemente in suorina castigata da contrapporre alla tamarraggine della Blasi.

Senza andare troppo lontano con la memoria va detto che Sky, quando aveva il Mondiale, aveva buon gioco nel rimanere nel recinto calcistico non essendo una televisione generalista, mentre la Rai aveva logiche simili a quelle attuali di Mediaset mescolando giornalismo e spettacolo: Il Grande Match durante Euro 2016, con la terribile conduzione di Insinna, può rendere l’idea. Insomma, la gente si stanca sia delle lavagne tattiche sia dei balletti, la formula per parlare di calcio in maniera leggera e al tempo stesso coinvolgente non esiste. Certe puntate del Processo di Biscardi durante i Mondiali del 1990 rimangono memorabili, così come Serata Mondiale del 1994 con la Parietti e la Marini, ma nel 2018 Mediaset non ha avuto il doping della partecipazione italiana.

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