Berruti e il cronometrista De Crescenzo

28 Giugno 2018 di Indiscreto

La definitiva esplosione di Filippo Tortu ha reso familiare anche ai più giovani il nome di Livio Berruti, al quale il velocista milanese è spesso accostato per lo stile di corsa e per un certo atteggiamento positivo, molto diverso da quello di un Mennea. Pur avendo letto qualsiasi cosa su Roma 1960 ignoravamo però che Luciano De Crescenzo fosse fra i cronometristi del famoso 20”5 con cui l’allora ventunenne azzurro eguagliò il record mondiale dei 200 metri, il pomeriggio del 3 settembre. Prodezza riuscita sia in semifinale (De Crescenzo ricorda l’ora, le 15.42) sia qualche ora più tardi nella finale. Abbiamo scoperto, non di Berruti ma di De Crescenzo, in occasione della presentazione dell’autobiografia dell’ingegnere-scrittore napoletano lanciato nel mondo dello spettacolo da Renzo Arbore, intitolata ‘Sono stato fortunato’ e appena uscita in libreria per Mondadori. De Crescenzo, che incredibilmente ha 90 anni (magari muore domani mattina, ma ne dimostra 20 di meno), nel libro parla fra le altre cose del suo passato di atleta e appunto di cronometrista: una carriera che ebbe il suo culmine ai Giochi, in quel pomeriggio con tutto il mondo presente all’Olimpico, o che così decenni dopo ha asserito in stile Milan-Cavese. Il rimpianto di De Crescenzo, che ovviamente però la prende con filosofia, è quello di essere stato soltanto il quarto cronometrista della gara, quando sul verbale della gara c’erano le firme soltanto dei primi tre. Non è comunque un ballista, perché anni dopo avrebbe mostrato a Berruti una foto di quel giorno con lui trentaduenne di fianco al grande campione.

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