Il referendum in Irlanda su Indiscreto: aborto sì o no?

25 Maggio 2018 di Indiscreto

L’Uomo Indiscreto è da sempre interessato ai grandi temi etici e politici, più che alle prospettive di Cutrone o alla collocazione tattica di Lautaro Martinez. Se fosse irlandese oggi potrebbe e dovrebbe votare per il referendum riguardante l’aborto, che in Irlanda è illegale con il concetto che dal 1983 è stato rinforzato da una legge costituzionale, il cosiddetto Ottavo emendamento, che (sintetizziamo) dà al feto gli stessi diritti di una persona già nata. Una legge introdotta, va ricordato, da un referendum. La sostanza del quesito del 2018 è semplicissima. Il sì è un sì all’abrogazione dell’Ottavo emendamento, quindi un via libera a legiferare sull’interruzione di gravidanza. Il no è un no all’aborto, senza se e senza ma, che confermerebbe la legislazione esistente. Stando ai sondaggi il sì, spinto anche dal governo attualmente in carica, sarebbe in lieve vantaggio, ma è inutile fare previsioni: bisogna solo votare e rispettare il voto.

Ma non sfuggiamo a noi stessi, in un periodo storico in cui la testa ci viene riempita di numeri e scenari sulla diminuzione della popolazione italiana. Da quando esiste la legge 194, quindi da 40 anni, mai in Italia ci sono stati così pochi aborti: circa 85.000 all’anno, che portano il totale legalizzato a quasi 6 milioni di italiani non fatti nascere (o uccisi, a seconda di come la si pensa), il più anziano dei quali avrebbe 40 anni, senza contare realtà semiclandestine oggi marginali ma fino agli anni Ottanta spesso unica opzione possibile per chi volesse abortire. Un sistema illegale e pericolosissimo non ancora estirpato, visto che in certe realtà ospedaliere i medici obiettori (tema toccato in passato dal nostro ‘Di qua o di là’) sono la quasi totalità e in generale i ginecologi obiettori sono valutati in circa il 70%. Senza contare il fatto che in Italia l’aborto è sì legale, ma (con alcune eccezioni) entro i tre mesi…

La domanda è quindi semplice: facilitare l’aborto per chi desidera praticarlo, quindi rendendo davvero applicabile in ogni zona la legge italiana, o pur senza vietarlo fare di tutto per disincentivarlo? Sì o no? Nessuna neutralità, come al solito: siamo per disincentivare l’aborto e consentirlo solo in alcune circostanze particolari (stupro, incapacità anche limitata di intendere, minore età). Nell’era della contraccezione per tutti se ne può almeno parlare, anzi se ne deve, visto che 85.000 è la popolazione di città come Treviso o Como. Non vorremmo farne una questione religiosa, visto che nemmeno siamo religiosi e che siamo contro l’uccisione anche degli adulti che se la meriterebbero.

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