Fiorello per Armani

10 Febbraio 2018 di Oscar Eleni

Oscar Eleni da una focacceria di Sanremo dove hanno scoperto che se ti affidi a quelli bravi magari ci si diverte anche al festival della musica. Camminando per le strade di Italo Calvino, quelle che percorreva con Scalfari, dopo essere rientrato da Cuba dove era nato, il padre agronomo sanremese era andato a Santiago de las Vegas per lavoro, siamo arrivati a scoprire dove è stato pensato il Visconte dimezzato che non è soltanto boemo. Potrebbe essere anche di Siena perché Simone “Dindo” Pianigiani, allenatore dell’Emporio, sembra davvero combattuto fra il male dell’eurolega e il bene del campionato dove molti tirano a campare e, magari, come nel caso di Varese, hanno un bilancio che è la metà di uno degli stipendi del superlusso armaniano.

Il viaggio a Belgrado, casetta piccolina della Stella Rossa, anche se la truppa a servizio aveva ingigantito le dimensioni della trasferta parlando dei 20 mila spettatori in tribuna. L’anno scorso. Quest’ anno stanno al calduccio dentro la gloriosa Hala Pioneer e non hanno quasi mai avuto più di 7.000 spettaori o, come nel caso della partita vinta contro Milano, soltanto 4.895. Uno “squadrone” anche senza Antic, ma capace di battere due volte i prodi proliani. In passato sarebbero stati processi, adesso, invece, si confida nel ritorno alla vita con la coppa Italia che sarà in discesa visto che Culpepper, il migliore di Cantù, è fuori gioco. La cosa strana in questo viaggio nell’Europa che proprio ci tratta male, su 8 squadre, soltanto una è andata oltre il turno, le aspettative, la Reggio Emilia che ha superato da grande i troppi guai, adesso anche Markoishvili zoppica, è che la partitatura imposta ai beni di pubblicità impone titoli rosei. A Belgrado, si diceva, si chiedeva, Milano giocherà pensando al futuro. Infatti ha preso 100 punti da una squadra che è ben lontana dalle prime otto anche se saranno i serbi ad organizzare le finali dell’Eurolega minata dalla diaspora greca del Pana dove chi paga pensa di avere anche il diritto di essere davanti a tutti quando ci sono arbitri da insultare.

Ora cercheranno di inventarsi l’atmosfera per dorare imprese di plastica. Un’arte anche questa, ma intanto, visto che siamo a Sanremo, un consiglio alla proprietà: se Pianigiani dovesse stancare c’è pronto Fiorello. Lui, come si è visto quando ordinava al pubblico “Mani su, mani giù” veniva seguito, non come il piccolo principe che a Belgrado ha sfasciato la lavagnetta nell’ultimo minuto di sospensione vedendo davanti gente con l’occhietto spento.

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