Cacio e pepe, le strade che portano a Roma

15 Febbraio 2018 di Indiscreto

La cucina romana è la nostra preferita, fra quelle locali italiane, ma abitiamo a Milano e di solito la gustiamo qui. Dove non perde niente rispetto all’originale, visto che i diversi posti che frequentiamo sono gestiti da romani (giudicando dalla parlata, perché l’etica di ‘Pagando il conto’ ci impedisce di scrivere dei locali degli amici) e hanno quel calore di base che nella terra promessa dei tavoli in wengé, dei sommelier-guru e del post-fusion spesso non esiste. Il nostro preferito è il Ristorante Cacio e Pepe di viale Gian Galeazzo, che dall’esterno sembra incarnare molti stereotipi milanesi ma in realtà è un mondo a parte. Specialmente in una zona come quella della Darsena che dopo essere stata ripulita, almeno a livello architettonico, è meta fissa delle varie tribù metropolitane di cui sarebbe auspicabile l’estinzione. Parcheggio impossibile, bisogna dirlo, nel giro di diversi chilometri, e garage carissimi (nell’ordine dei 18 euro per 3 ore). Meglio i mezzi pubblici, anche se non ci sono metropolitane vicino, o il taxi.

All’entrata c’è un grande tavolo, da venti o giù di lì, che potremmo definire di socializzazione: lì si siede chi non ha prenotato o magari chi proprio vuole socializzare. I tavoli normali, sia al piano terra che sopra, sono decisamente troppo vicini e questo, a meno di non essere lobotomizzati che per tutta la cena guardano il cellulare tenuto rigorosamente sul tavolo (tutti chirurghi del pronto soccorso, immaginiamo), dà fastidio. All’attivo del locale c’è una cucina semplicemente perfetta, che mai supera le colonne d’Ercole della rivisitazione (anche se quasi se ne vergognano e infatti sul sito c’è scritto ‘cucina romana rivisitata’: forse solo un po’ nella presentazione, al massimo) e sempre propone piatti di stagione. Fra gli antipasti da consigliare i fiori di zucca fritti con mozzarella di bufala e acciughe, ma anche i carciofi alla romana hanno il loro perché. I due primi da urlo sono i tonnarelli cacio e pepe ma soprattutto la carbonara ai fiori di zucca, con il corretto amalgama, senza dimenticare la gricia. Fra i secondi, ma viste le quantità è impossibile arrivarci se non si rinuncia ad antipasto o primo, tutto ciò che fa Roma, dai saltimbocca in giù, e una particolare attenzione per le specialità del giorno: quando c’è la porchetta di Ariccia si tratta della migliore porchetta del pianeta, cucinata e servita con equilibrio. Non sarebbe umano mangiare anche il dolce, quindi qui non possiamo fare recensioni, ma i sorbetti (benissimo quello al mandarino) sono veri sorbetti e non ci rinunciamo.

Camerieri gentili e romanizzati, senza essere romani, con qualche battuta non sempre colta dalla clientela che spesso è straniera (sarà su qualche guida, noi di Indiscreto arriviamo sempre dopo). Molti tavoli o gruppi di donne, un ambiente in cui nessuno ti mette fretta anche se la cucina chiude relativamente tardi e quindi i doppi turni sarebbero possibili, una cucina dove anche i vegetariani trovano le loro soddisfazioni, un prezzo (noi per antipasto, primo e sorbetto siamo di solito sui sui 30 euro, con il secondo si va in zona 40) coerente con l’insieme.

Ristorante Cacio e Pepe – viale Gian Galeazzo 3 – 20136 Milano (zona Darsena-Ticinese). Telefono 02-83242509. Sito web: Ristorantecacioepepe.com. Voto qualità/prezzo di Indiscreto: 9.

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