L’addio di classe al tema di terza media

17 Gennaio 2018 di Indiscreto

Chi conosce o almeno orecchia quanto accade nel mondo dei ragazzi sa benissimo che il classico tema è da anni in via di estinzione, in favore di sintesi, narrazioni brevi e cose con nomi in scuolese (ci hanno parlato di ‘moduli’, tipo Sarri). Questo accade soprattutto nelle scuole medie inferiori, ma anche al piano di sopra la tendenza è evidente. L’ufficializzazione di questa svolta si dovrebbe avere in occasione dei prossimi esami di terza media, in cui la prova di italiano non verterà sul tema ma su tre sottoprove: testo narrativo o descrittivo, testo argomentativo, comprensione e sintesi di un testo.

Rimandiamo ai siti specializzati per i tecnicismi e le critiche alla commissione Serianni, ma la situazione è chiara: una generazione di ragazzi che non legge e passa le giornate sui social network è ora incapace di sviluppare un concetto per più di una decina di righe, visto che il mondo circostante è fondato sulla brevità e sulla comunicazione per slogan, quindi per stare al passo con i tempi (non ci viene in mente altra spiegazione) la scuola italiana accetta di livellarsi verso il basso, in linea del resto con il ministro dell’Istruzione probabilmente meno preparato dell’intera storia d’Italia. Questo non significa che il vecchio tema fosse il bene, anzi era spesso un esercizio di retorica e di erudizione, e che componimenti più sintetici e centrati sul significato siano il male.

Invitiamo i numerosi insegnanti che leggono Indiscreto, del resto alcuni post del Muro del Calcio sono più lunghi di un tema, a pronunciarsi su questa ipotesi di riforma, perché quasi nessuno degli insegnanti che conosciamo noi è favorevole. E nemmeno noi lo siamo: la scuola è l’unico ambito della vita in cui non si è costretti a fare qualcosa per un tornaconto immediato, questo adeguarsi alla vita reale sembra una resa con la giustificazione del fare i moderni. Sorvoliamo poi sulle conseguenze sociali: nelle scuole di élite, per posizionamento geografico o semplicemente perché private, ai figli della presunta classe dirigente si continuerà ad insegnare un pensiero complesso, in quelle per i futuri servi basterà qualche pensierino stile Twitter e qualche crocetta per arrivare ad un diploma.

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