Cane sciolto, l’odissea rock di Omar Pedrini

10 Gennaio 2018 di Fabrizio Provera

È il 12 ottobre del 1993 quando nei negozi di musica esce Senza Vento dei Timoria, uno dei più potenti e straordinari dischi rock di un frangente spazio-temporal-musicale irripetuto e irripetibile. Sono anni nei quali, pur senza talent show, escono a getto continuo album di musica rock dalla forza inusitata, straordinaria: Negrita dei Negrita, con un pezzo come Cambio che ha molto in comune (quanto a potenza) con il tuono vocale di Francesco Renga nel pezzo che dava il titolo all’album dei Timoria; e poi Modena City Ramblers, Ustmamò, Ritmo Tribale, Marlene Kuntz e molti altri. Tutti lavori realizzati da ragazzi e ragazze nati tra il 1963 e il 1968, curiosamente, quindi cresciuti tutti nella post-contestazione e passati inevitabilmente per gli anni Ottanta.

Di quella stagione che Mario Capanna avrebbe definito formidabile reato poco o nulla, musicalmente parlando. Se non, a distanza di oltre vent’anni, la ricerca personale e il percorso artistico di un cinquantenne nato nella periferia bresciana, passato per il liceo classico dell’alta borghesia di una città dove hanno regnato per anni i Bazoli e i Martinazzoli. Un cinquantenne ben noto alle cronache rosa di inizio del terzo millennio, poi sparito o quasi dalle cronache (musicali e mondane) per lo scioglimento dalla band che gli diede la fama e due delicatissimi interventi al cuore. Quel ragazzo, che oggi abita a Milano assieme alla moglie e ad una bellissima bambina, si chiama Omar Pedrini. Fu lui, per anni, autore dei testi e vero leader dei Timoria, che a forza di dischi d’oro e impressionanti esibizioni live si sono abbeverati al dolce calice del successo. Poi tutto finì, o quasi.

Renga divenne quello che conosciamo, in una svolta simil-pop o quasi. Pedrini scomparve dalle scene (o quasi), salvo poi tornare con dei lavori da solista e con questa biografia rock dal suono potente come l’album del 1993: Cane sciolto, scritta assieme a Federico Scarioni, giovane scrittore della provincia milanese (e amico di chi scrive, tanto per essere chiari). Lontano dalle scene, Pedrini ha vissuto sulla propria pelle cosa significhi essere lontani anche dal successo. La forza straordinaria che l’ha tenuto artisticamente in vita, oltre a una coerenza e ad una forza sovrumane, la si coglie in quest’autentica odissea rock prodotta da un editore genovese molto apprezzato dai musicabili incalliti, Chinaski, dalla quale emerge – attraverso una trama e una chiave narrativa davvero originali – e si staglia la figura esemplare di Omar. Docente universitario, amico dei preti di strada, amico di Gino Veronelli e padre Eligio, di Giovanni Gastel e Matteo Guarnaccia, apprezzato da Noel Gallagher, produttore di vino, legato a una comunità buddhista, conoscitore di letteratura americana e cultore di Allen Ginsberg e Lawrence Ferlinghetti.

Cane Sciolto è la summa della sua parabola, umana e artistica. Parla di successo, di Elenoire Casalegno, del perché i Timoria e Renga si separarono, della ricerca umana e spirituale di Pedrini, del telefono che rimane muto a richieste di aiuto dell’ex rockstar in un letto d’ospedale che ha bisogno di soldi per vivere. Di amici, tradimenti, contaminazioni artistiche. Di vita. Cane Sciolto, che corre verso la seconda e forse terza ristampa, ha tutto per diventare un long seller. Si tratta di un libro straordinario, specie per chi è nato tra il 1968 e il 1975 (ed ha vissuto, da ventenne, gli anni di cui all’incipit del pezzo) ma non solo.

Questo libro è un’impresa, così come dovrebbe essere ogni libro, così come dovrebbe essere l’editoria, l’industria, e anche la vita. Delle tante vite di musicisti che ho avuto il piacere di pubblicare in questi ultimi tredici anni dedicati a Chinaski, ho sempre potuto riscontrare come tutti i grandi artisti, nessuno escluso, fossero completamente intrisi di dedizione alla loro materia, alla musica. L’impresa nel loro caso era proporre quella musica al mercato, per un riscontro che fi nanziatori intelligenti tramutavano in contante. Poi, i finanziatori hanno cominciato a giocare con il mercato, prevedendone le mosse, inducendone le risposte, fino a farlo crollare. Ma la Musica è rimasta in piedi. Ci sono ancora quelli che sanno entrare nelle orecchie, nella testa, nel cuore delle persone, e il nostro Omar è uno tra questi“. La prefazione è di Marco Porsia, coeditore di Chinaski assieme a Federico Traversa (biografo di don Andrea Gallo e Tonino Carotone: non perdetevi il Maestro dell’Ora Brava, il racconto dell’amicizia tra Federico e Tonino, zingaro folle passato dagli inferi al dialogo con gli angeli), dice tutto quanto avremmo voluto dire. Leggetelo. Compratelo.

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