Sanremo 2018, Baglioni in fuga dai talent

18 Dicembre 2017 di Paolo Morati

Dunque Claudio Baglioni ha scelto, insieme alla commissione artistica, le 20 canzoni in gara al Festival di Sanremo 2018, in programma dal 6 al 10 febbraio. Diciamo canzoni, perché trattandosi del Festival della Canzone Italiana bisognerebbe parlare di quelle. Nell’attesa, però, riserviamo queste poche righe per fare qualche considerazione a due giorni dall’annuncio, sui rispettivi interpreti, che tra duetti, trii e gruppi sono molto più di 20.

Nel cast di Sanremo 2018 la prima cosa che salta all’occhio è che dopo anni di iper presenza del fattore talent questa volta ci sia stata una retromarcia decisa. Certo vediamo gli inevitabili nomi usciti dai vari Amici, X-Factor e compagnia suonante, ma tutto sommato si tratta di pochi che vivono già da qualche anno di luce propria. Parliamo di Annalisa, ennesima presenza la sua in cerca della definitiva affermazione nonostante le indubbie qualità vocali, così come di Noemi, anche lei ormai abbonata alla gara. E naturalmente dei The Kolors, per la prima volta in italiano e alla prova del fattore tempo dopo la sbornia di consensi raccolta successivamente alla vittoria un paio di anni fa allo show di Maria De Filippi. L’impressione generale è però che il giochino di lanciare i vari nomi usciti dalla televisione con progetti spot che tirano molto su iTunes ma poi si disperdono nelle nebbie di un mercato sempre più difficile inizi a scricchiolare. E che alla fine il gioco non valga la candela sul medio-lungo termine.

Non sapendo se sono mancate le proposte o ci siano state delle esclusioni clamorose in chiave talent, ci sembra comunque che la squadra capitanata da Baglioni per Sanremo 2018 sia andata in primis sul sicuro, tirando fuori dal cilindro Ornella Vanoni (insieme a Bungaro e Pacifico, due sicurezze autoriali), il duo Roby Facchinetti e Riccardo Fogli (freschi di album e imminente tour), Red Canzian (a Sanremo anche lui da solo dopo l’addio dei Pooh), i ricostituiti Decibel di Enrico Ruggeri (usciti di recente con un album), Luca Barbarossa, Ron, ed Elio e le Storie Tese, questi ultimi di nuovo parte del gruppetto di affezionati a Sanremo nonché prossimi allo scioglimento. A proseguire la danza delle band che rinascono dalle ceneri ci sono Le Vibrazioni, il cui ruolo e stile sulla scena pop è stato oscurato via via da Negramaro e Modà. Siamo curiosi di vedere cosa proporranno e se sapranno recuperare il tempo perduto. E ancora, tra i gruppi, in gara Lo stato sociale, certamente una presenza atipica per Sanremo, dall’electropop giocato più sulle storie che sulla musica.

Ritentano la carta Festival Giovanni Caccamo, non sappiamo se ancora in orbita Battiato, e Renzo Rubino, cantautore curioso e originale, a dimostrazione che Sanremo resta una buona vetrina da giocarsi per chi vuole compiere un salto ulteriore. In gara tra i prevedibili favoriti della critica che conta, ci sono Max Gazzé, al quinto Festival, Nina Zilli, e la prima volta di Enzo Avitabile (un nome di grande qualità, contenti finalmente per la vetrina che si merita) in duetto con Peppe Servillo. Esordio sanremese in salsa soul anche per Mario Biondi, già a dire il vero più volte ospite di altri concorrenti, e curiosità per l’accoppiata Diodato e Roy Paci, probabilmente a cavallo tra jazz, pop e world music, ma ancor più per quella Ermal Meta e Fabrizio Moro che potrebbero anche finire nei piani alti della classifica se non fare il colpaccio considerate le schiere dei rispettivi fan ma anche i buoni riscontri di critica generalmente raccolti.

Insomma, un bel mix di partecipanti quello messo insieme da Baglioni, con qualche novità e sorpresa. Ciò che sembra certo è che, chiunque vincerà, dovrà vedersela con lo spettro dello straordinario e clamoroso successo da record di Francesco Gabbani dello scorso anno. E non sarà certo facile ripeterlo.

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