Duets, il marchio di Cristina D’Avena

13 Novembre 2017 di Paolo Morati

Cristina D’Avena è da considerarsi ‘la voce’ mainstream delle sigle dei cartoni animati televisivi in Italia. Perlomeno di quelli trasmessi dall’odierna Mediaset, visto che nel primo periodo di diffusione delle serie giapponesi nel nostro Paese sulle tv locali c’erano già altri interpreti, autori e musicisti che si cimentavano in questo difficile compito, lasciando un segno indelebile nella nostra memoria. Parliamo dei brani legati a Goldrake, Daitarn 3, Lupin III (l’indimenticabile interpretazione dell’Orchestra Castellina-Pasi), solo per citarne alcuni.

Non è di fatto un caso che esista una certa varietà di giudizio con i puristi del genere relativamente alle sue canzoni che, spesso con i testi di Alessandra Valeri Manera, hanno comunque accompagnato con grande successo, a partire dal fenomeno Puffi, i pomeriggi ‘spensierati’ di ragazzi e ragazze. Una distanza di gusti probabilmente anche ampliata da un approccio molto scanzonato e caramelloso ai temi (laddove in altri lidi venivano fatte scelte più adulte), e una sorta di ‘monopolismo’ rimbalzato anche su quei cartoni animati che già avevano una loro sigla storica.

Ne parliamo perché in questi giorni è uscito un album di duetti (Duets, tutti cantano Cristina) in cui la D’Avena si cimenta con alcuni colleghi sulle note di diverse sigle, rimesse a nuovo – con qualche arrangiamento troppo sintetico – per l’occasione. Occasione buona, anche per quelli come noi pur più legati al versante opposto e più maschile, per rispolverare il disco del passato con canzoni che hanno fatto comunque storia. Parliamo di Occhi di gatto (in una veste graffiata e graffiante insieme a Loredana Berté), Kiss me Licia (con Baby K), Magica Magica Emi (con Arisa, perfetta) o Mila e Shiro due cuori nella pallavolo (con Annalisa) probabilmente tra le più popolari tra le ‘davenate’ d’epoca.

E versioni veramente ben riuscite quali Sailor Moon, con Chiara, e Siamo fatti così (una delle nostre preferite da sempre, a dire il vero) insieme a un Elio ‘solito’ Elio. Stranamente per i personaggi blu di Peyo è invece stata scelta la minore I Puffi sanno (duetto con Michele Bravi), anziché la primissima e celebre canzoncina. Il tutto in un’operazione che, osservando i nomi coinvolti, strizza molto più l’occhio alle nuove che alle vecchie generazioni, con probabile effetto traino. Presenti ci sono infatti anche Emma, Francesca Michielin, Alessio Bernabei, Giusy Ferreri, Ermal Meta, Benji e Fede, i La Rua e (manco a dirlo) J-Ax che interviene nell’intoccabile Pollon combinaguai.

Detto che anche in questo Duets l’inscalfibile voce di Cristina D’Avena mantiene sempre altissimo il livello del suo marchio di fabbrica (molti di quelli che duettano con lei ne hanno ancora di strada da fare per eguagliarla), emerge un dettaglio non da poco. Non riusciremo infatti mai a digerire Una spada per Lady Oscar (qui con Noemi), se messa a confronto con le prima sigla, per i cultori la ‘ufficiale’, ossia quella dei Cavalieri del Re. Il problema è probabilmente nostro, con questi ultimi da considerare senza dubbio tra i veri maestri del genere (Solo per citare tre esempi: Il libro Cuore, L’Uomo Tigre o Yattaman). E che non finiremo mai di ascoltare e ringraziare abbastanza.

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