Puny per sempre

20 Ottobre 2017 di Fabrizio Provera

Oltre le dolcezze dell’Harry’s Bar

e le tenerezze di Zanzibar

c’era questra strada…

Oltre le illusioni di Timbuctù

e le gambe lunghe di Babalù

c’era questa strada…

…Questa strada zitta che vola via

come una farfalla, una nostalgia,

nostalgia al gusto di curaçao…

…Forse un giorno meglio mi spiegherò…

Et alors, monsieur Puny, ça va? Abbiamo fatto passare il tempo mediatico e fisiologico per l’estinzione delle banalità da coccodrillo posticcio, quindi adesso possiamo parlare di Luigi Miroli in arte Puny, morto settimana scorsa in una clinica di Genova a 85 anni, dopo una vita spesa a fare l’oste in piazza Martiri dell’Olivetta, che con questo nome non conosce nessuno ma che in tutto il mondo è conosciuta come la ‘piazzetta di Portofino’. La delegazione indiscreta che ha partecipato ai funerali di Puny, lunedì scorso, era composta dal sottoscritto e Lele Cavallotti, lettore indiscreto che nelle scorse settimane ci aveva preannunciato l’imminenza della dipartita terrena.

Siamo stati ai funerali di Puny perché l’avevamo conosciuto, frequentato e ammirato, lui che con l’accento ligure faceva sentire le tue commensali come Ava Gardner o Liz Taylor, donne che aveva servito per davvero. Puny di cui si favoleggiavano conti astronomici, in realtà tutte fregnacce perché a Portofino il suo ristorante (con vista sul paradiso) era tre i meno cari. Insalata di mare (18 euro), acciughe salate (16), antipasto della casa (18), spaghetti alle vongole (20), pappardelle alla Portofino (20). Eccoli i prezzi (reali) della più elegante trattoria del mare di tutto il mondo; li ho estratti dal menù affisso nella mia sala da pranzo, risalente al 2016, non alle guerre puniche (per rimanere ‘in tema’).

Ma erano bazzecole per Puny, che a Portofino ha accolto tutti – re, regine, nobili, puttane, biscazzieri, autisti – con lo stesso charme e il medesimo decoro. L’abbiamo salutato l’ultima volta lo scorso aprile, quando non ritenemmo di sederci alla sua tavola da soli. Ripiegammo per un drink alla Gritta, dove peraltro incontrammo Maurizio Raggio, non prima di averlo salutato alle 11, mentre era come sempre seduto a guardare il mare, in un mercoledì pre pasquale di vento, sole e 22 gradi. Lo salutammo deferenti dicendogli ”Puny, a febbraio siamo andati ai funerali di Tomaso Staiti, sapevamo che lei conobbe molto bene sia lui che Gigi Rizzi…”. ”Gigi, Tom.. Tutti ragazzi miei, tutti passati da qui”. E Lapo Elkann che dimenticava il portafoglio (e di pagare…), ”ma tanto io gli dicevo sempre tranquillo Lapo, anche tuo nonno Gianni veniva sempre qui a mangiare senza soldi”. E Ava Gardner, e Liz Taylor, e Richard Burton, Rex Harrison, Sinatra, il suo grande amico Silvio Berlusconi. Beppe Grillo, che Puny coglionò una sera d’estate dicendogli “Beppe, là c’è l’autista del presidente della Telecom che vorrebbe salutarti”. Grillo si alza, gli stringe una mano, gli dice “Allora tu fai l’autista?”, e il commensale raggelato “Autista? Veramente sono il presidente di Telecom”.

Non era per tutti, la cosmogonia di Puny. Ossia il ricordo di una ricchezza elegante, propria dei tempi in cui “a Ibiza e nelle località di vacanza più esclusiva c’erano solo i veri signori e le mignotte, poi sono arrivati i dentisti con i charter, i signori sono scappati e sono rimaste solo le mignotte”. Per chi l’avesse perso, e per rimanere sul tema di Portofino, consigliamo di vedere (o rivedere) il bellissimo documentario che Sky Arte ha dedicato a Leopoldo Pirelli, sepolto (come Puny) nel cimitero di questa perla preziosa del Tigullio. Portofino, il salotto raccolto dove il modo di stare a tavola e di sapersi comportare un tempo contava molto più del conto corrente: la base di partenza delle scorribande di Gigi Rizzi, Tom Staiti, Franco Rapetti, Beppe Piroddi, i fratelli Bergamo (Dady, Cinci e Bitti).

Puny sarà sempre la redazione distaccata di Indiscreto. Per mettere ‘ancora più radici’, ed entrare nel mood del luogo, presto vi proporremo un’intervista esclusiva a Maurizio Raggio. È pronta da mesi, ma non potevamo pubblicarla prima di aver omaggiato Puny. Anche perché lunedì, poco prima di entrare nella chiesa del Divo Martino a fianco di Marco Tronchetti Provera, Piersilvio Berlusconi, Guido Artom e una decina abbondante di patrizie milanesi che stanno esagerando col botox e la chirurgia estetica senza lasciare trascorrere con serenità il tempo e gli anni, abbiamo capito qual è la giornata perfetta da trascorrere a Portofino: lunedì, martedì o mercoledì, arrivo ore 11, si passa dall’edicola per comprare Il Foglio e irridere giustizialisti e manettari, aperitivo alla Gritta col Rossini più caro del mondo (ma anche più buono, per chi preferisce le pesche la variante è il Bellini), pranzo da Puny, acquisto di focaccia dal panettiere, pagamento del parking, estasi mistica nel rifare il tratto Portofino-Santa, specie quando c’è il sole, e ritorno nella popolana terra di Lombardia. Et alors, monsieur Puny, ça va?

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