I conti con il Sanremo di Baglioni

13 Ottobre 2017 di Paolo Morati

Si sa finalmente qualcosa in più della prossima edizione del Festival di Sanremo, con Claudio Baglioni in veste di direttore artistico e forse co-conduttore, affiancato da altri nomi. Una scelta, quella della Rai, che arriva dopo il triennio di grande successo di Carlo Conti e che mette nuovamente nelle mani di un musicista la kermesse della canzone italiana giunta ormai all’edizione numero 68. Compito impegnativo, quello per l’autore di Questo piccolo grande amore, per diversi motivi, e con le anticipazioni di questi giorni che fanno presagire un cambio di rotta che potrebbe per certi versi creare qualche sfida in più. Almeno in termini di meccanismi televisivi.

La prima novità è l’abolizione delle eliminazioni, quindi tutti nella rispettiva finale che si tratti della categoria nuove proposte (8) o di quella campioni (20). Con a comporre la classifica anche la serata del venerdì, una volta riservata alle cover (che spariscono), che si riapre invece a duetti e rielaborazioni del brano in gara. In tal senso sarà importante scegliere il giusto compagno di viaggio che potrebbe portare acqua (e televoti) al proprio mulino. Si allunga inoltre la durata dei brani che potranno arrivare anche a quattro minuti, il che, in un’epoca di ascolti fugaci e distratti appare essere un toccasana.

Ma veniamo all’eredità che il triennio di Carlo Conti lascia a Baglioni. Al di là dei grandi ascolti la vera curiosità riguarda proprio il ruolo che la musica ricoprirà e quanto spazio verrà altrimenti riservato a passerelle, comici e promozioni che allungano il brodo e distraggono chi vuole ascoltare, ma appassiona d’altro canto il popolo delle fiction che trascorre le serate con gli occhi puntati su Raiuno. E ancor più se sarà possibile avere in gara un candidato capace di replicare il clamoroso successo di Francesco Gabbani, vero fenomeno che ha ribaltato le logiche che stanno modificando da tempo il mercato discografico, mettendo d’accordo tutti e facendo capire come una lunga e vera gavetta alla fine conti ancora molto di più del passaggio in un talent qualsiasi, per lasciare un segno indelebile (ma allora a qualcosa Sanremo ancora serve… vedi anche il successo riscontrato poi da Ermal Meta o Paola Turci).

A tal proposito il regolamento prescrive una selezione “secondo criteri che terranno conto della qualità e originalità delle canzoni, nonché dell’interpretazione e dei requisiti di contemporaneità, fama e valore riconosciuti degli artisti interpreti-esecutori”. Insomma, appare ampia la discrezionalità su questi ultimi punti. Chi intende partecipare dovrà in ogni caso mandare la propria candidatura entro il 9 dicembre e una settimana dopo (il 16) verranno invitati i partecipanti. Detto che Sanremo per origine dovrebbe essere un festival di canzoni e non di cantanti, è infine evidente che non basta la popolarità catodica o webcentrica per entrare con merito in gara. Per cui l’auspicio è che Baglioni tenga duro stabilendo anche le giuste gerarchie qualitative (che non significa comunque arroccarsi esclusivamente su un genere) rispetto alle candidature presentate.

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