Nostalgia di Recoba

26 Settembre 2017 di Paolo Morati

Massimo Moratti è tornato a parlare di Alvaro Recoba e di Inter con affermazioni che non hanno bisogno di interpretazione: “Cosa manca alla squadra? Un giocatore in grado di accendere la fantasia. Forse Perisic ha più classe degli altri, ma nessuno è sorprendente come Recoba”. Ottimo spunto-pretesto per tornare a parlare di un personaggio che ha diviso la tifoseria nerazzurra, come nessuno in quasi 110 anni di storia. E per il quale da parte nostra abbiamo lottato fin dal suo arrivo in Italia 20 anni fa, segnato dalla clamorosa doppietta contro il Brescia che oscurò anche il debutto di Ronaldo.

Non possiamo che concordare con le affermazioni di Moratti, considerato che nella rosa dell’Inter non vediamo oggi nessuno con il piede e l’estro dell’uruguagio, ritiratosi lo scorso anno dopo una lunghissima carriera chiusa in patria nel Nacional di Montevideo: 613 partite giocate e 200 gol segnati per lui. Poi si potrà dire tutto e il suo contrario, ma non c’è dubbio che nel calcio di oggi i tiri mancini e la fantasia di Recoba sarebbero un toccasana non solo per l’Inter ma per tutta la Serie A. Poi, per criticarlo, si vorranno tirare fuori il rigore contro l’Helsinborgs (chi non fa non sbaglia…), oppure le semifinali di Champions League con il Milan. Argomenti triti e ritriti, sui quali abbiamo speso fiumi di bit in passato.

La domanda, oggi, è un’altra: nella rosa dell’Inter attualmente c’è un giocatore che quando riceve la palla è capace di tirare fuori dal cilindro quel tiro, quella giocata risolutiva che nessuno si aspetta? Di creare quell’effetto sorpresa che gli avversari temono, sparigliando le carte in modo decisivo? Quando Alvaro Recoba partiva palla al piede, accelerava, inventava un assist, o si apprestava a tirare un calcio piazzato, volenti o nolenti anche i più scettici si alzavano in piedi in attesa di esplodere, che fosse per la rabbia o la felicità. Che sono poi le due facce di una stessa pregiata medaglia (quella della fantasia) della quale, nel piattume generale, la zecca del calcio odierno sembra ormai aver smarrito il conio. Significativo che siano bastati pochi minuti di Karamoh, contro una squadra modesta, perché qualcuno gridasse al miracolo senza nemmeno vederlo in qualche altra partita. Ma Recoba, quando lo hanno fatto giocare, quei colpi li tirava fuori sempre.

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