Petardi in amicizia

12 Giugno 2017 di Oscar Eleni

Oscar Eleni dai tavoli del vecchio Duranbeis, osteria meravigliosa ai tempi in cui gli inviati per il basket erano tanti, luogo di culto dove il padrone fascistone aveva perso la testa per Arnaldo Mussolini, il collega nipote del Duce. Il rifugio al Pireo per vedere la gente fuggire dall’impianto cosiddetto della Pace e dell’Amicizia dove il Panathinaikos ha vinto il titolo greco contro l’Olympiakos. La solita finale, il solito finale fra i lacrimogeni. Si salva Pasqual, pessimo in eurolega, come non è riuscito a salvarsi Repesa nella Milano che si agita perché chi ha odiato Siena, o anche soltanto invidiata, non si sentirebbe a proprio agio se in panchina arrivasse Simone Pianigiani. Eppure ce ne sono già stati di di ex senesi che hanno fatto la semifortuna della Milano armaniana. Semi perché poi alcuni li hanno cacciati, dopo la vittoria, comunque. Sarà il caldo. Perché chi tifa Olimpia deve sperare di avere un allenatore capace di prendersi ogni responsabilità, senza spie, senza suggeritori, senza interferenze, anche per evitare che l’incompetenza continui a fare danni.

Certo una Milano agitata se davvero ci sono altre aziende della moda che vogliono l’uomo di Armani. Di sicuro una tormentata estate sapendo che persino Petrucci, uno che sa cosa vuol dire Armani, sponsor degli azzurri per la sua ultima Olimpiade, trova davvero strana questa insistenza per avere una serie A con 20 squadre e una formula da orologiaio già sperimentata e bocciata in passato. Chi sarà il consigliori che insiste così tanto per vedere svuotata la serie A2 dove hanno fatto sempre le cose molto bene, una parte sana del movimento, il vero lato forte per far crescere giocatori italiani? Anche se poi, avete visto, quando si mettono all’asta sembrano peggio del più avido degli stranieri. Da Montecatini dove la Lega delle nostre società storiche promuoveva in A2 le ultime tre, con festa lombarda per Orzinuovi, festa per chi ha memoria con la promozione di Montegranaro, fuoco a mare per la Generazione Vincente che ha riportato Napoli dove doveva già stare se non ci fossero stati tanti fallimenti. Complimenti dal sindaco, nella speranza che sia lui il garante per tenere la società al massimo livello, evitando i bagni nel mare inquinato degli indebitati. Napoli ha eliminato nell’ultimo spareggio Bergamo che ha sempre un bel settore giovanile. Curiosità della sfida giocata in Toscana: uno degli arbitri, Alberto Perocco, considerato un bella promessa, figlio dell’ex azzurra Bianca Rossi.

Lasciando perdere la finale scudetto, anche se Scariolo ha rivisto in Trento la banda bassotti tipo Olimpia, complimenti al Trinchieri che ha rivinto il titolo tedesco col Bamberg. Peccato davvero che perda Melli diretto ad Istanbul, casa Obradovic, dove Datome è rimasto fuori nella seconda partita di finale vinta dai campioni d’Europa contro il Besiktas che deve avercela con l’ULEB e Bertomeu se ogni tanto parte la sparata. L’ultima non molto elegante, sfiorando la calunnia. Un peccato anche se divorziasse da Baiesi, ma col Custer va quasi sempre così, chiedere al Bruno Arrigoni appena festeggiato dagli allenatori lombardi grazie all’idea di Frates nella fiesta sotto il palazzo della Regione. Qualcuno ha fatto per la Milano da cambiare il nome del manager che interessa pure la Virtus Bologna. Staremo a vedere.

Tutti in ansia per quello che proporrà l’unica italiana di eurolega. Strano che si facciano anche nomi di nuovi acquisti, di conferme, ma non è davvero strano se l’accordo con Pianigiani è già firmato da gennaio per buona pace di Repesa che così capirà certe uscite, certe diserzioni sul campo e anche nella notte, queste, però, a prescindere perché il peccato che è in molti professionisti a cui il soldo facile sembra dare alla testa viene tollerato, persino coperto da società che invece di denunciare pubblicamente, nascondono, nella speranza di potersi magari disfare del contratto pluriennale incautamente firmato. Sarà per questo che la confraternita ha considerato sacrilega la denuncia che Gelsomino fece dopo Torino quando il suo squadrone fece arrivare a 90 punti una squadra poi neppure ammessa ai play off. Doveva urlare in spogliatoio e tacere fuori. Eh già, i moralisti del pannolone pensano sempre di saperne una di più di allenatori che hanno tanto marciapiede alle spalle. Se ci fu quella denuncia era per sfinimento verso chi non interveniva anche se allertato su certi personaggi. Sapete come è finita per alcuni di loro. Certo che l’allenatore è il primo responsabile, ma nelle società forti, quando uno denuncia problemi gestionali ottiene subito un intervento dall’alto, non soltanto multe, perché bisogna anche avere argomenti per farsi ascoltare, essere credibili, cosa che manca dove la mistica del Bolelli è considerata soltanto nostalgia canaglia.

Tornando nel mondo della A2, sappiamo che saranno così signori da non far notare quello che vedranno tutti anche in TV grazie a SKY: avranno il doppio degli spettatori rispetto alla vera serie A per la finale promozione, l’unica in palio, fra la Virtus Bologna del livornese Ramagli e la Trieste del mestrino del patronato Dalmasson, che da 7 anni lavora in una società dove hanno trovato in Mario Ghiacci il direttore generale giusto per valorizzare giocatori cresciuti nel territorio come da progetto iniziale del Boniciolli.

Certo non è merito di Bologna se ha due impianti di alto livello o di Trieste se nell’arena Rubini può portare 7.000 persone, né un demerito per Trento se nella sua bocciofila può portare meno di 4.000 persone o della Reyer se al Taliercio, dove il gulag per i tifosi ospiti dovrebbe far vergognare tutti, ne può schiacciare 3509 al massimo come da ultimo bollettino.

Certo servirebbe avere ancora sulla barca amici di un tempo, non diciamo De Michelis, sai che lagna coi bei soggetti di oggi, non pensiamo neppure al presidente onorario Veltroni che, purtroppo, non sente più di poter stare in una politica senza anima, non pensiamo neppure a Prodi che pure ama tantissimo il basket, ma se la Lega avesse occhi, oltre che orecchie dei delatori, saprebbe cercare fra i giovani che amano il basket e si stanno arrampicando in politica. Sì, fa un po’ schifo detta così, ma accidenti non possiamo trovarci come il Marino di Brindisi che si accorda con un sindaco caduto il giorno dopo. Serve una Lega con o senza genialoidi hipster.

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