Ius soli o no?

15 Giugno 2017 di Indiscreto

Il dibattito, al Senato e fuori, sul cosiddetto ius soli è diventato asperrimo, come avrebbe detto il Biscardi di una volta. Ma la questione politica, rapportata all’Italia, è semplice: dare o no in automatico (un ‘automatico’ condizionato da due criteri) la cittadinanza italiana ai nati in Italia da genitori stranieri?

Al di là dei tecnicismi, secondo cui in ogni caso il decreto avrebbe dovuto essere esaminato dalla commissione Affari Costituzionali prima che se ne discutesse in Senato, parliamo del merito di questa svolta portata avanti da PD, MDP e Sinistra Italiana, contrastata apertamente da Forza Italia e dalla Lega e meno apertamente dai Cinquestelle, a maggior ragione dopo il primo turno delle amministrative. Non stiamo in ogni caso parlando di una sciocchezza, perché significa dalla sera alla mattina creare circa 800.000 nuovi italiani, per non scrivere ‘italiani’, o nel caso opposto impedire che questi 800mila vengano creati (si tratta di una stima dei minori stranieri nati in Italia), senza contare quelli da qui in avanti. In altre parole, essere italiani è un fatto economico e geografico oppure dipende da qualcosa di più antico, dalla storia familiare e dal sangue?

Inutile fare ricorso, come il giornalista medio, ai mitici esempi dall’estero, perché di casi estremi in un senso o nell’altro ce ne sono pochi e quasi tutti i paesi civili (di sicuro quasi tutti quelli europei) hanno una forma di ius soli con differenti limitazioni o di ius sanguinis con varie eccezioni. Fra l’altro all’atto pratico, tornando in Italia, potrebbe cambiare poco perché già adesso al compimento del diciottesimo anno chi è nato in Italia e ha più o meno sempre risieduto qui può ottenere subito la cittadinanza. È stato il caso, davvero caso limite (ma ci serviva per mettere qualcuno nella foto), perché lui oltretutto con i genitori ghanesi non ci ha di fatto mai vissuto, di Mario Balotelli. Bisogna poi ricordare che il ddl in discussione, per lo meno nella sua formulazione attuale, prevede sì lo ius soli ma condizionato dal verificarsi di due condizioni: 1) residenza in Italia da almeno 5 anni di uno dei genitori; 2) completamento di un ciclo scolastico. Si tratta alla fine di un segnale politico e ideologico. Ius soli o no?

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