Sognando Varese senza Bulgheroni

8 Gennaio 2017 di Mario Orimbelli

Basta con i consorzi e nessuno che ci metta davvero la faccia (e i soldi), basta con il metodo Bulgheroni prima ancora che con Bulgheroni come persona. Ho visto ogni partita casalinga e molte di quelle in trasferta della Varese di Raga, Meneghin, Morse, Ossola, eccetera, ho saputo apprezzare la Varese di Recalcati e Pozzecco, quella di Vitucci e Dunston, ma anche versioni minori della mia squadra, come quella che otto anni fa riconquistò la A con Pillastrini in panchina. Mi basta che la squadra abbia una logica e purtroppo questa Varese non ce l’ha, né in campo (anche la partita con Torino ha dimostrato che Caja non può fare miracoli) né fuori. Toto Bulgheroni è un appassionato cacciatore ed eccelleva nel tiro al volatile. Ora va cacciato lui, insieme a tutti gli altri dirigenti. A inizio campionato era stato etichettato dai giornalisti di settore come il miglior acquisto di Varese e adesso che Varese è fuori dall’Europa (per quanto la Champions FIBA faccia ridere), fuori dalla Coppa Italia e penultima in campionato di chi è la colpa? Del migliore acquisto, secondo logica. Uno che nel suo curriculum da dirigente vanta già una retrocessione… Non vogliamo infierire con un uomo di 74 anni che ha già fatto ampiamente il suo tempo (anche se la mancata candidatura a presidente di Lega non l’ha ancora digerita), ma mi piacerebbe vedere un club mitico come Varese in mano a gente giovane, capace e al passo coi tempi. Senza nostalgia e senza sparare su nessuno… Noi non lo facciamo. Nonostante tutto Varese e, allargando l’orizzonte, la Lombardia, sono ancora piene di imprenditori di valore che potrebbero avere un interesse nel prendere la squadra più prestigiosa d’Italia: la strada dei consorzi, di Varese nel cuore e dei grandi vecchi a fare da garanti per situazioni tragiche entusiasma soltanto i media della mia città.

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