Body sushi model (João Mário non è da Inter)

31 Ottobre 2016 di Stefano Olivari

Quello dopo Sampdoria-Inter è un lunedì come tanti altri, per lo meno al Champions Pub. Se via Novara fosse colpita da un terremoto da 6,5 gradi Richter, come l’Umbria, la principale preoccupazione sarebbe quella per l’immagine traballante di Sky Sport 24 mentre Mangiante parla del setto nasale di Manolas. Se crollasse il Simply lì davanti, come il cavalcavia di Annone Brianza, non si smetterebbe neppure per un attimo di analizzare la mancata esultanza di Higuain. E se Renzi e De Mita si insultassero al Nails Center, invece che da Mentana, le migliori menti del luogo continuerebbero a dedicarsi a De Boer di nuovo sull’orlo dell’esonero dopo la sconfitta a Marassi.

Sono le due del pomeriggio e Paolo-Wang sta servendo ai dipendenti della Tuboplast uno dei nuovi caffè scovati da Ping, cattivo come quelli della Nespresso ma con minori investimenti in marketing. Il trader italo-cinese ha per tutta la mattina preparato focacce farcite con salumi scaduti, cercando di intuire l’influenza del Brent sul Ftse Mib: come a volte gli capita, ha assunto una posizione rialzista prima di un ribasso e così il suo capitale è sceso a 13,75 euro. Non ha comunque più la testa per queste piccole operazioni da parco buoi, fra poco la società a Dublino sarà pienamente operativa e così lui, Budrieri e gli altri soci inizieranno a macinare utili realizzati grazie a un sofisticato programma per il trading algoritmico. Poi con i soldi si butterà in politica, ritiene che Italia Unica abbia le potenzialità per conquistare il 78% degli italiani e Passera il carisma che serve per far emergere l’anima liberale del paese. Per domani Paolo-Wang ha chiesto il suo giorno libero (secondo gli accordi presi da suo padre con i Tong ha diritto a un giorno ogni tre mesi) e lo sfrutterà dedicandosi anima e corpo al grey market londinese. Lifen ha evitato di truccarsi per Halloween, temendo le botte di padre e nonno Tong, ma un paio di giorni fa è stata picchiata ugualmente. I Tong sono usurai da generazioni, con orgoglio, ma nessuno dei tassi da loro applicati supera il 7,7 % del prestito fatto da Zhang Jindong all’Inter: meno del 9 e rotti di Thohir ma molto di più del 5,5 di quanto Goldman Sachs abbia praticato alla stessa Inter, per non parlare dei tassi applicati oggi da altre banche. Leggendo questa notizia sulle prime si sono incupiti, pensando che forse stavano perdendo colpi, poi hanno sfogato la loro rabbia su quella incolpevole ragazza, che a questo punto potrebbe dire di sì al grasso e puzzolente Zhang Gang. Fare la schiava in una delle sue lavanderie le pare adesso il paradiso, pur di non vedere padre e nonno stirerebbe 18 ore al giorno. Zhou sabato pomeriggio è andato al Palalido per fare qualche foto, per il famoso libro sui luoghi di Milano che vorrebbe vendere sul mercato cinese, se soltanto sapesse il cinese. A cinque anni dall’inizio dei lavori, tutti i cinque anni di Pisapia, il cantiere sembra fermo: la certezza è una mignotta dall’aria moldava che ha raccolto un cliente lì vicino, probabilmente dietro Piazzale Accursio, e lo ha portato al Palalido sicura di non essere disturbata né da vigili urbani né tanto meno da operai. Guardando meglio il cliente Zhou si è accorto che si trattava del Gianni, non si può dire che la cosa lo abbia sorpreso. È tornato a casa triste, canticchiando la Vanoni e ricordando quella Milano perduta, che traeva forza dall’economia reale e non da stronzate e baretti di tendenza per influencer vercellesi e hipster lucani mantenuti dai genitori.

Max è disperato, al punto di avere risposto a questo annuncio di lavoro che gli ha segnalato l’amico Daniele. Senza scherzare, visto, che lo ha scovato in un sito specializzato: “…La Gestalt Eventi – società di Roma specializzata in feste, cerimonie, inaugurazioni ed eventi in genere – è alla ricerca di personale pronto a lavorare in diverse mansioni, tra cui quella di body sushi model, ovvero la modella che funge da piatto per la pratica giapponese del Nyotaimori. Oltre a questa mansione sono ricercati anche ruoli più “classici” nel mondo dell’intrattenimento all’occidentale, tra cui animatori per bambini, dj, cantanti, promoter, hostess, steward, modelli e modelle, hair model, ma anche mansioni tecniche quali registi, operatori e montatori. Lavoro: body sushi model. Assunzioni: body sushi model a Roma e Milano. Per questa mansione Gestalt Eventi richiede: bellissima presenza, massima igiene e cura personale, altezza min. donne 170 cm | uomini 175 cm, taglia max. donne 40/42 | uomini 48/50. Si garantisce ottima retribuzione…“. L’offerta è interessante, ma il ragazzo si tiene aperta anche una porta con Ibrahim, che attualmente sta trattando shaboo con un certo successo di critica e pubblico. Max non è uno stupido, sa che nessuna retribuzione potrà mai essere inferiore ai 200 euro che Vincenzo (che vuole trasferirsi a San Francisco e dice di essere vegano, anche se ieri notte ha mangiato come al solito un megapiatto di torcinelli arrostiti) e Pier Luca gli danno per occuparsi di SuperMegaInter.com e di quella merda per finti intellettuali che è diventato Hidegkuti. Nel pomeriggio dovrà correggere e impaginare 91.000 battute di Ridge Bettazzi: un pezzo pirotecnico, alla Buffa, in cui i fantasmi di Happel e Michels si trovano al Rucker Park (qui si notano le influenze buffiane sul talentuoso ragazzo di Pinarella) rievocando la grandezza di Connie Hawkins. Come spesso avviene, lo sport affratella ma il calcio divide e quasi si mettono le mani addosso quando devono decidere chi sia stato più forte fra Marco e Mario Piga (la soluzione nel successivo numero di Hidegkuti, Bettazzi ha seguito un corso di scrittura creativa presso la scuola Holden e sa come tenere alta la tensione). Chiusura con la solita frase di Senad Gutierrez, presa da una sua recente intervista al quotidiano spagnolo antifranchista Explotadores y explotados: “I Piga non erano calciatori, loro erano i profeti della Gallura e di tutti gli ultimi del mondo. Quando scendevano in campo loro Palau diventava una piccola Rosario. La loro Torres e il loro Avellino, poi, erano la risposta del Sud del mondo al turbocapitalismo che proprio in quegli anni metteva le sue radici nelle coscienze dell’Occidente”. Ancora niente da Salvatore da Locri, che pure aveva promesso una ventina di pagine di intervista esclusiva a Kelly Olynyk, in cui il giocatore dei Celtics diceva di sentirsi per metà calabrese. Nonna Agatuzza è caduta ancora in casa e si è rifatta male al femore, c’è proprio bisogno di questa visita dal luminare milanese ma la segretaria del professor Castellazzi Debord ha detto che l’agenda è piena fino al 2024 e che “Richiameremo se si aprirà un buco”.

Ylenia ha scritto una mail al CONI per avere una foto autografata di Malagò, magari in posa davanti al bar dell’Aniene, però ancora nessuna risposta. È seriamente preoccupata per Danny, che tolte quelle tre ore in palestra passa le giornate sul web a litigare con chiunque scherzi sui Cinque Stelle. Ieri sera dopo una rapida pizza dal Calafuria ha visto la partita la partita al Champions Pub e quando è tornata casa ha beccato il fratellastro nel cesso mentre si masturbava con in mano il testo del ricorso di Onida contro il referendum. Lui che una volta seguiva Official Van Damme adesso è il più grande retwettatore di Enza Blundo: ha biascicato qualche spiegazione imbarazzata per la sega pro Onida e poi l’ha stordita con la storia del Tg1 che avrebbe declassato la scossa a 6,1 gradi, per limitare il risarcimento ai danneggiati. Al Calafuria con Ylenia c’erano anche Samantha e Hadiya, strafelice perché zio Hazem è lontano. Le ultime notizie dicono che abbia cercato l’assassino di Hossam presso lo Juventus Club Sturaro di Bressanone, dove il criminale si occupa di raccogliere e diffondere i discorsi di Evelina Christillin, ma che non l’abbia trovato. Per qualche giorno starà presso un conoscente di Bolzano, un imam moderato (auspica solo l’atomica su Tel Aviv e, in Italia, il burqa ma per ragazze con più di sei anni) che vuole creare ponti e non alzare muri, poi ci riproverà. Samantha è a dieta, a gennaio vuole provare a entrare alla Just Fashion, per lei niente pizza ma solo surimi a temperatura ambiente.

A casa Budrieri tutto tranquillo. L’Erminia, inacidita perché il podologo senegalese sembra adesso avere occhi solo per la signora Minghetti, ha trovato il suo catalogo di Intimissimi con le pagine tutte attaccate, per colpa di un liquido di provenienza inequivocabile (almeno per l’Erminia). Colpa di D.J. John, che almeno una volta si puliva il cazzo sulle tende mentre adesso non rispetta nemmeno le più elementari regole di decoro. Colpa ovviamente attribuita dall’Erminia a Budrieri, la cui ultima eiaculazione (in onore di Marta Flavi, ma riguardando quasi due decenni fa Budrieri non può esserne sicuro) peraltro risale al giorno in cui Moratti annunciò l’acquisto di Caio. Non ci sono più brocche venete da spaccare, ma D.J. John deve canalizzare in qualche modo la sua rabbia nei confronti di Linus, che stamattina a Deejay chiama Italia ha annunciato che domani avrà come ospite Giorgia. L’autore e presentatore tarantino non lo accetta: “Il solito pop italiano stereotipato e iperprodotto, con l’aggravante di essere venduto con pseudoinfluenze di soul, r&b, blues, per avere buone critiche dai giornalisti che credono di essere progressisti sbavando per i negri. Giorgia canta bene, ma quasi mai ha avuto una buona canzone: per me vale Arisa e meno di Spagna. E poi, cazzo, Giorgia: sono quasi vent’anni che è lì. La solita Italietta inamovibile dei Linus, con gli Albertino e i Molella costretti a pagare il debito pubblico fatto dai loro fratelli maggiori. Comunque meno male che sabato vado a vedere i King Crimson”. Nemmeno il pensiero dei padri del progressive lo ha placato, ma per fortuna a farne le spese è stata soltanto una vecchia e impolverata (in questo millennio l’Erminia non ha ancora pulito la casa) edizione delle Pagine Utili, con il 93% dei negozi citati che non esiste più. Fra Marilena e il family banker di Mediolanum le cose vanno a gonfie vele e si raccontano tutto, come una vera coppia moderna: lei a fine giornata gli dice anche quante seghe ha dovuto eseguire al centro Tuina.

Mentre Lifen spiega ai dipendenti della Tuboplast, che iniziano a intuire qualcosa del programma di mobbing ideato da Tosoni e Cogodi (il responsabile risorse umane ha comunicato che a causa di un imprecisato guasto alla caldaia questo inverno non ci sarà riscaldamento), che per gli scontrini se ne riparla nel 2017, Budrieri è costretto ad ascoltare l’analisi di Sampdoria-Inter fatta dal Gianni, con il Walter, il Vito, il Roberto, il Luca e gli altri ad annuire, manco stesse parlando Guardiola. Ovviamente per la plebe, ma anche per il giornalista medio, il colpevole è l’allenatore. Le orecchie di Budrieri devono ascoltare considerazioni che sembrano prese pari pari dagli agonizzanti giornali. Si sopporta tutto, nella vita, ma non frasi come ‘Ha però funzionato bene la catena di destra”. Qui Budrieri non ce la fa più e con un moto di stizza spazza via dal bancone Sammontana la Gazzetta di oggi con il titolo ‘De Boer vede le streghe’. Lui che ha visto giocare Angelo Orlando e Antonio Paganin non può mettersi a parlare di calcio con chi crede che l’Inter l’abbia inventata Palacio: “Al di là del fatto che il problema sia la società, anzi le tre società che adesso sono dentro l’Inter, bisogna anche parlare di calcio. Non so che partita abbiate visto, ma è evidente che questa squadra esegue il compitino senza avere la forza di concretizzarlo. Tutti fanno il loro, fra l’arrivo sulla tre quarti e il crossettino, ma anche con la Sampdoria per combinare qualcosa occorre un minimo di fuoco. Fra questi da compitino mi ha deluso soprattutto Joao Mario: stare davanti alla difesa non sarà il suo ruolo, ma di mestiere fa il centrocampista e non il pizzaiolo, a voi piace spaccare il capello in quattro come Adani ma da lui qualcosa di meglio ci si poteva aspettare. Mi dispiace dirlo, ma Joao Mario non è da Inter”.

NonèdaInter (Copertina eBook)‘Non è da Inter – Alla periferia della vita’ contiene le puntate pubblicate fino al giugno 2015 ed è disponibile per Kindle di AmazoniPad-iPhone-Mac , ma anche per tutti i gli altri tipi di eReader attraverso la piattaforma di Bookrepublic. Prodotto da Indiscreto, ma giusto perché non lo abbiamo voluto dare a Mondadori e Feltrinelli, costa 4,99 euro. Il cialtronismo della cifra non è nostro, in periferia sappiamo benissimo che si tratta di 5 euro, ma dei poteri forti dell’e-commerce che pretendono che un prezzo termini in questo modo. 

Avvertenza per i nuovi lettori: Non è da Inter trae ispirazione dalla realtà, ma non è la realtà. Chi lo ritiene volgare o si ritiene offeso può semplicemente non leggerlo. 

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