Rimpianto preventivo per la Vinci

7 Settembre 2016 di Stefano Olivari

Guardando il tennis di Roberta Vinci, anche di una Roberta Vinci dimezzata dai problemi al tendine d’Achille, si può già anticipare il rimpianto per ciò che non vedremo più. Forse sarà in campo anche nel 2017, dal punto di vista finanziario le converrebbe senz’altro così come sarebbe convenuto quest’anno all’amica-avversaria di sempre Pennetta, ma lo sport anche ad alto livello vive di sensazioni e di emozioni. Emozioni come quelle che la Vinci ha regalato nel primo set del quarto di finale degli U.S. Open contro la Kerber, quasi un’ora di tennis disegnato che l’hanno portata a due punti dal primo set: sulla carta niente di miracoloso, perché stiamo parlando della numero 8 del mondo contro la numero 2 con possibilità di scalzare la numero uno, ma nella realtà una situazione psicologicamente più difficile di 12 mesi fa, quando in semifinale battè Serena Williams per perdere in finale dalla Pennetta. Quest’anno la Vinci era attesa e non poteva deludere, soprattutto se stessa, e con i quarti di finale ha fatto anche più del suo, considerando le condizioni in cui si è presentata. La Pennetta si è ritirata, la Schiavone sta per farlo, la Errani ha 29 anni ma non tornerà più quella del 2012, la Vinci sta riflettendo ma al momento è più fuori dal tennis che dentro: parliamo di ragazze capaci di arrivare tutte nelle prime dieci del ranking, a riprova del fatto che non bastano campionesse a scatenare l’emulazione (è il discorso che si fa spesso al maschile, che non ha top ten dai tempi di Panatta e Barazzutti) e riempire campi costruiti negli anni Settanta, ma occorre un sistema e anche, diciamolo, una cultura sportiva diffusa. Non serve Nostradamus per prevedere che rimpiangeremo per decenni questa generazione, che fatta eccezione per la Errani si è caratterizzata per i grandi risultati ottenuti intorno ai 30 anni di età. Magari il rapporto fra la FIT e Camila Giorgi, comunque attualmente 67esima nel ranking nonostante il suo tennis sembri di almeno 30 posizioni superiore, si ricomporrà e continueremo ad avere una squadra di Fed Cup dignitosa, ma gli exploit degli ultimi anni, iniziati con il Roland Garros 2010 della Schiavone, diventeranno qualcosa di mitico. Fra giocatrici con meno di 25 anni, l’età che la Giorgi compirà a dicembre, la migliore è infatti la ventiquattrenne Martina Caregaro, numero 274 del mondo. Grazie Roberta.

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