Brexit? (L’Osborne vero è Bertin)

22 Giugno 2016 di Biro

Abbiamo letto così tanti scenari politici ed economici dopo il referendum sulla cosiddetta Brexit, giovedì prossimo 23 giugno, da avere ormai gli occhi pallati come Fantozzi alla duemillesima tribuna elettorale, con allucinazioni che gli facevano apparire De Mita, Pannella, Spadolini e Craxi. Il tifo dei grandi media europei e di gran parte della classe dirigente britannica è evidentemente per l’opzione ‘Remain’, con un sapiente uso del terrore. Come definire altrimenti l’ipotesi buttata lì da George Osborne, Cancelliere dello Scacchiere (traduzione: il ministro delle Finanze), di un costo immediato di 30 miliardi di sterline, tutte di nuove tasse, per i britannici se vincesse l’opzione ‘Leave’? Siamo quasi ai livelli di una Boschi che minaccia la riduzione dei trasferimenti ai comuni che non voteranno bene… Come direbbe Franco Rossi, l’Osborne vero è Bertin. Il vertice dei laburisti di Corbyn è per l’Unione Europea, pur essendo contro l’austerità dura e pura, mentre per quanto riguarda la base non saremmo così certi. Stesso discorso per i liberal-democratici. Il tifo pro Brexit è invece, di una parte consistente dei conservatori (Cameron, come si sa, è per rimanere nella UE spuntando migliori condizioni qua e là), capitanati dall’ex sindaco di Londra Boris Johnson, e ovviamente dell’UKIP di Farage. In ogni caso, va ricordato, nessun leader ha chiesto di rispettare quella che noi chiameremmo ‘disciplina di partito’. È un voto secondo coscienza, come dovrebbe essere del resto ogni voto. Il testo del quesito che i britannici troveranno sulla scheda sembra tratto da uno dei nostri Di qua o di là, per la sua chiarezza: ‘Should the United Kingdom remain a member of the European Union or leave the European Union?’. Noi di Indiscreto arriviamo prima e, in attesa di un analogo quesito italiano che purtroppo non vedremo mai, facciamo la stessa domanda: se fossimo cittadini britannici voteremmo per il Remain o per il Leave?.

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