Si scrive Chicherova e si legge Putin

25 Maggio 2016 di Stefano Olivari

Anche senza metterla sul solito piano fantapolitico dell’attacco a Putin da parte di USA ed Europa, è curioso che in un mondo di dopati il doping di Stato sembri un’esclusiva della Russia, mentre i positivi degli altri paesi siano sempre casi isolati o comunque colpa delle federazioni sportive, mai di un livello più alto. Quando poi l’antidoping viene portato avanti fuori tempo massimo e soprattutto pubblicizzato a rate, i sospetti sorgono spontanei. Le ultime notizie, date dal comitato olimpico russo, dicono che altri 14 atleti russi sono sospettati di avere fatto uso di sostanze dopanti, con riferimento ai Giochi Olimpici di Pechino 2008. Questi 14 fanno parte dei 31 che il CIO aveva trovato positivi, su 454 campioni testati con nuove metodologie. Il nome da copertina è quello di Anna Chicherova, fuoriclasse del salto in alto, in quell’edizione bronzo (a Londra avrebbe vinto l’oro), ma c’è soprattutto tanta classe media a partire dalla velocista Yulia Chermonshanskaya, oro nella 4 per 100. Da segnalare anche Denis Nizhegorodov, bronzo nella 50 chilometri di marcia dietro ad Alex Schwazer e a Jared Tallent: cioè primo secondo classificato della recente Coppa del Mondo di Roma, a 8 anni di distanza. Solo che nel frattempo Schwazer ha avuto diverse vicissitudini…… La fredda cronaca è quindi più maligna delle nostre considerazioni e indicherebbe che a Pechino uno Schwazer ‘pulito’ sia andato più forte di un russo dopato. Continua sul Guerin Sportivo.

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