Milan: ciao Mihajlovic, viva Brocchi ma forse ciao anche Brocchi

12 Aprile 2016 di Stefano Olivari

Nell’esonero di Sinisa Mihajlovic a campionato quasi terminato ma con una finale di Coppa Italia ancora da giocare, sostituendolo subito con Cristian Brocchi, c’è tutto il Berlusconi di una volta, quello che cercava di inventare le situazioni invece di subirle. L’ultima cosa che vuole il presidente del Milan, in qualsiasi contesto anche extracalcistico, è quella di passare per il cattivo della situazione (soprattutto quando il cattivo è lui). E cacciare Mihajlovic magari dopo avere vinto una finale contro la squadra che ha conquistato gli ultimi cinque scudetti (metà della partita di sabato sera lo può almeno far sperare) sarebbe stato senz’altro più difficile. Due modesti retroscena, senza la pretesa dell’inedito (o magari sì). Il primo: Antonio Conte, che il Milan aveva in mano già un anno fa e che sarebbe rimasto volentieri in Italia, da mesi non ha ricevuto neppure una telefonata (fosse anche solo ‘Ci abbiamo ripensato, grazie’). E poi quindi ha fatto la sua scelta, scegliendo bene. Ingaggiare Conte, poco desideroso di fare figure meschine contro la Juventus, avrebbe significato un mercato di grandi spese, quantificabile in almeno i meno 90 milioni del 2015. Il secondo: Brocchi non ha il futuro assicurato, anche se in molti si stanno industriando per spiegare la bellezza del suo calcio (il 4-3-1-2, che novità). Rimarrebbe alzando la Coppa Italia, ma forse nemmeno in questo caso, in attesa che si arrivi a un’idea forte sul mitico allenatore da progetto: Di Francesco, come si è scritto, Paulo Sousa, come non si è scritto, Montella che non si è ancora totalmente rovinato l’immagine. Fatte le debite proporzioni, perché è cambiato letteralmente tutto (soprattutto Berlusconi), una situazione che ricorda il Capello 1987. La sua vera occasione Brocchi potrebbe averla più avanti.

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