Tok.tv, Barça-Real e il Muro che manca

31 Marzo 2016 di Stefano Olivari

Abbiamo letto che Tok.tv ha raggiunto i 5 milioni di dollari di finanziamento raccolti, provenienti da varie società venture capital. Ed è sicuramente una buona notizia che un’azienda nata da un’idea italiana, per quanto adesso con sede a San Francisco (curiosità: ne fa parte anche Jeff Slack, meteora dell’Inter morattiana), sia riuscita a farsi largo in un mondo supercompetitivo (mentre noi, come si sa, abbiamo le spalle coperte da Inga e Piersandro). Lasciamo il nostro amico Benefit gli scenari finanziari, noi del bar più modestamente siamo interessati ad un servizio che potrebbe mettere fine al Muro del Calcio ed al 99% dei forum e delle chat come li concepiamo oggi. Potrebbe, al condizionale. Il funzionamento di questa app, con l’azienda che dichiara (noi non crediamo mai a niente, prendiamo le distanze come Biscardi) di avere 8 milioni di utilizzatori in tutto il mondo, è semplice: si tratta, al netto del comunicatese, di una normalissima chat vocale (da 2 a 4 utilizzatori in contemporanea) per smartphone, però integrabile all’interno dei siti delle squadre (accordi con Real Madrid, Barcellona e Juventus) o delle leghe (Serie A) e quindi con la possibile monetizzazione del traffico generato dalle interazioni fra tifosi durante le partite, con la app che proporrà anche i rumori di fondo dello stadio. L’asino casca sempre sulla pubblicità, quindi. Non è difficile creare siti con molto traffico, invece di scrivere un articolo da cento righe basta scriverne cento da una per il 10% di traffico di presunta qualità. Il restante 90% gallery, giochini, trucchetti, ma anche traffico autogenerato dagli utenti. Come appunto quello delle chat. Con le conversazioni che rimangono private, quindi nessuno verrà messo in imbarazzo da un ‘Galliani vattene’ o da un ‘Buffon ritirati’. Sinceramente non ci pare una grande svolta rispetto ai messaggi (anche vocali) che ci scambiamo su Facebook con i nostri intimi, mentre il vero interesse sarebbe per un Muro del Calcio, ovviamente dotato di moderatori che cancellino gli insulti in tempo reale, con i commenti che scorrono in basso sullo schermo durante le partite. Tipo i messaggi (“Saluti da Zia Carmela” o “Auguri di buon 2016 dalla famiglia Budrieri”) che si vedono durante la trasmissione RAI di Capodanno, ma molto più divertenti. Ma è chiaro che dare davvero voce alle gente, anche nell’innocuo calcio, fa paura. Si può criticare, ma in piccoli gruppi privati. Evitare assembramenti.

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