Namasté, il nostro Nepal da scalare

16 Marzo 2016 di Stefano Olivari

Namasté

A grandissima richiesta riprendiamo con le recensioni flash di Pagando il conto, che avevamo interrotto per motivi vegetariani: come si fa a tagliare fuori il 92% dei potenziali lettori? Un problema che abbiamo risolto coinvolgendo commensali che tollerano carne e pesce, trascrivendo le loro impressioni… La filosofia rimane sempre la stessa: conti pagati da noi stessi e non pasti consumati a scrocco del giornale o del ristoratore oggetto della recensione (quindi si va in posti dove, almeno nelle premesse, non si buttano via soldi), disprezzo assoluto sia per il fighettismo che per la sciatteria, attenzione più all’ambiente nel suo insieme che alle ricette (riteniamo che si debba mangiare sempre in compagnia, diversamente preferiamo i Cipster davanti a Sky Sport 24 o il gelato su una panchina), nessuna pretesa filologica perché nel 2016 non esiste la ‘vera’ cucina di alcun posto al mondo e tutto viene adattato alla clientela, nessuno steccato perché in certi Mc Donald’s ci siamo trovati meglio che in ristoranti stellati, base a Milano perché nell’era di Wikipedia bisogna a maggior ragione parlare di ciò che si conosce di persona. Con la stessa ideologia sta scrivendo qualcosa di molto, ma molto, più alto il nostro/vostro Fabrizio Provera che magari si integrerà con il nostro ‘basso’ (vi faremo sapere). E allora via con i tanti posti che abbiamo in canna, mentre stiamo pensando a un Muro dei ristoranti per conoscere il meglio di altre parti d’Italia (già trovata la soluzione anti-marchetta: potranno postare soltanto utenti da noi conosciuti).

Il primo posto del nostro nuovo corso si chiama Namasté ed è un posto di cucina nepalese che abbiamo scoperto per caso passando in via Ricciarelli davanti ai resti di Le Cinema, storica discoteca dove negli anni Ottanta molti adolescenti degli anni Ottanta hanno trascorso i loro sabati pomeriggio (non c’era Sophie Marceau, ma del resto nemmeno noi eravamo Pierre Cosso). Una via di tamarri allucinanti, nemmeno troppo periferica, trasformatasi nel corso dei decenni una specie di enclave nordafricana: ridateci i tamarri, quindi, gridiamo noi liberali. Uno dei pochi italiani rimasti l’abbiamo trovato noi, proprio davanti al Namasté: pinocchietto, infradito e torso nudo con fisico non proprio scolpito, in un dialetto stretto e incomprensibile (forse pugliese, ma non ci giuriamo) stava discutendo animatamente con sua madre, in abito sbracciato a fiorelloni. Puro neorealismo, davanti a un cumulo di spazzatura e di detriti edilizi, mentre due sudamericani con cappellino dei Bulls girato ci guardavano torvi. Ci siamo così infilati in questo piccolo locale, a gestione chiaramente familiare, il cui nome è un saluto nepalese (non è esattamente ‘Ciao’, c’è dietro una filosofia che ovviamente abbiamo dimenticato due minuti dopo essercela fatta spiegare) come nepalese è la cucina, con un anche un menu indiano che forse risulta più familiare. Dal popolare pollo tandoori (allo spiedo, servito con yogourt e spezie) al più particolare tikkamasala (pollo con curry e una buonissima salsa speziata), dalle vegetables samosa (pasta imbottita di verdura, ottima come antipasto) al prawn biryani (gamberetti con curry, riso e spezie varie), tutto molto buono e servito con cortesia. Non abbiamo provato il dal bhat, il piatto più conosciuto (riso, zuppa di lenticchie e curry di verdure), ma ci rifaremo: comunque evidenti la sintesi fra la cucina indiana (80%) e cinese e le influenze dell’induismo nel limitare i piatti di carne. Clientela tranquilla ed eterogenea, non della zona, giusti i tempi delle portate ma nessuna fretta una volta finito o, peggio, ancora, quei doppi turni che si vedono nelle peggiori pizzerie (e purtroppo anche in qualcuna delle migliori, tipo Rita e Antonio). Gentilezza non di quelle standard, che apprezziamo più delle stelle Michelin. Consigliamo il menu vegetariano nepalese, con birra indiana, ma anche ordinare alla carta è facile. Conto dai 20 ai 25 euro a testa, onestissimo.

Ristorante Namasté, via Ricciarelli 12, 20147 Milano, telefono: +390248712358

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