Eurobasket 2015, Bargnani e l’Italia da accendere

7 Settembre 2015 di Stefano Olivari

L’orazione funebre per l’Italia della pallacanestro è già iniziata, dopo due sole partite di Europeo: sconfitta meritata con la Turchia e vittoria in volata (a 3′ dalla fine punteggio pari) contro la stupenda ma fisicamente modestissima Islanda. Il risultato, cioè la speranza olimpica accesa, è senz’altro ancora raggiungibile: delle prossime tre partite (Spagna, Germania, Serbia) basta vincerne una per passare il turno e una squadra con tanti buoni attaccanti, presi singolarmente, come quella azzurra può senz’altro farlo a patto di proporre una difesa accettabile almeno come atteggiamento. Il sogno sarebbe vincerne due, per evitare un accoppiamento terribile negli ottavi come quello con la Francia di Parker, Batum e Diaw, ma aspettiamo a fare calcoli. Non bisogna aspettare invece per una critica motivata al gioco di una nazionale che finora è la solita fallimentare nazionale di Pianigiani: fuori al primo turno in Lituania nel 2011 (dove oltretutto si era stati ripescati dopo la mancata qualificazione, con un allargamento improvviso a 24 del torneo), ottavi in Slovenia due anni fa e quindi fuori dal Mondiale 2014. La differenza, non da poco, con le versioni precedenti, è che questa volta gli azzurri teoricamente migliori ci sono tutti: Gallinari, Bargnani, Belinelli, Gentile, Hackett, Datome, eccetera. Nessun infortunio grave (anche se purtroppo Datome è perso per tutto il girone), nessuna fuga dal ritiro, nessuna squadra NBA a consigliare le vacanze (per gli sponsor, ma anche per gli stessi atleti, i Giochi olimpici sono ancora un’altra cosa). Il problema è che fondamentalmente questa squadra non difende e non soltanto quando c’è in campo (poco) Bargnani, che ha ormai assunto la mentalità deteriore del mestierante NBA: faccio il mio, dalla mia mattonella, e stop. Continua sul Guerin Sportivo

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