Dane o Campatelli? (ovvero, decidiamo il futuro di Indiscreto)

26 Giugno 2015 di Stefano Olivari

Chiudiamo la nostra stagione 2014-15 su Indiscreto dando appuntamento a lunedì 6 luglio, non con il solito bilancio dolce-amaro che alla fine ha stancato soprattutto chi deve leggere sempre le stesse cose, ma con un ‘Di qua o di là’ di puro cazzeggio. C’è chi potrà prendere il sondaggio come un attestato di simpatia calcistica, nel qual caso soltanto gli interisti potrebbero avere una posizione equilibrata, ma invitiamo di cuore a non farlo e invece a prenderlo come una scelta strutturale: meglio la versatilità di Dane o la specializzazione di Campatelli? In parole povere, da Indiscreto vi aspettate argomenti a sorpresa, fra sport e cultura pop, oppure quasi soltanto sport e in particolare calcio? Pensiamo di averla messa giù bene, non potremmo indirizzare il voto nemmeno volendo perché noi per primi siamo indecisi sulla strada da prendere. Il successo dei post calcistici è evidente, noi stessi da altre parti siamo pagati per scrivere di calcio mentre chi scrive anche di sport interessanti (non parliamo poi di musica o libri…) deve farlo gratis o giù di lì. Contro i post calcistici va detto invece che è quasi impossibile dire qualcosa che non sia già stato detto o osservato nel Muro del Calcio.

La vostra risposta ci interessa perché abbiamo fatto due conti, che sottoponiamo non ai 30mila circa lettori occasionali di Indiscreto ma ai 18.140 quotidiani. Prendendo come riferimento due articoli pesanti al giorno, dove per articoli pesanti intendiamo interviste esclusive (tipo l’ultima di Glezos a Ivan Cattaneo o le tante di Paolo Morati), analisi approfondite (come quelle di Simone Basso su NBA e ciclismo), interventi di chi nel suo campo è ritenuto la prima firma indiscussa (Oscar Eleni), tutte cose che necessitano di almeno mezza giornata di lavoro e che vista la miseria del web riteniamo non offensivo pagare 50 euro lorde ad articolo. 100 euro al giorno per 365 (poi in certi giorni ci saranno 4 articoli, in altri zero) significano 36.500 all’anno. A questo punto, diventando una cosa seria, anche le foto andrebbero pagate e un abbonamento con una  agenzia decente per un centinaio di foto al mese di strettissima attualità, si può strappare a 700 euro al mese (7 euro a foto, ormai ci prendiamo tutti per fame…). Siamo arrivati a 44.900 euro, a cui aggiungiamo 100 euro di stipendio annuale per il direttore arrivando quindi a 45.000. Nel conteggio non inseriamo ovviamente i post di pura provocazione, fra il cazzeggio colto e quello ignorante, che rimarranno giusto per divertire e divertirci. E non spariamo, per quell’1% di serietà che ci rimane, i grandi nomi di chi collaborerebbe volentieri se soltanto (che pretese!) ci fosse la prospettiva di essere pagati. Alcuni hanno già scritto per Indiscreto, li trovate tutti nell’archivio, altri ne sono appassionati lettori.

Il sondaggio qui in fondo è quindi decisivo: quanto sareste disposti a pagare per un sito del genere, da mille articoli originali l’anno fra quelli retribuiti e i soliti nostri? Pensateci con calma, un po’ perché non accenderemo il computer per dieci giorni (ma il sito non si ferma, perché a parte noi tutti gli altri sono operativi…) e molto perché la decisione finale sarà presa all’inizio di settembre. Non sappiamo quindi se saremo Dane o Campatelli, molto probabilmente continueremo ad oscillare fra le due visioni: il ‘Di qua o di là’ alla fine aveva soltanto lo scopo di fare un po’ di bar. Vorremmo invece davvero sapere se su Indiscreto dobbiamo essere dilettanti o professionisti. Nel primo caso si lascia, scrivendo un articolo ogni tanto e giusto se non abbiamo di meglio da fare (per soddisfare la propria vanità sono molto più comodi Twitter e Facebook, invece anche il più modesto degli articoli costa fatica e vita), nel secondo si raddoppia valorizzando il meglio di chi già c’è e pagando quello che ancora non c’è.

Detto questo, i ringraziamenti per chi ha dedicato a Indiscreto ore della sua vita, pur senza commentare mai, sono doverosi. Ringraziamenti all’ennesima potenza per chi invece ha commentato e per chi ha scritto articoli con grandissimi riscontri, da Andrea Ferrari a Fabrizio Provera, da Paolo Ziliani ad Enrica Panzeri, Italo Muti, Dominique Antognoni, Paolo Sacchi, Daniele D’Aquila e Davide Sechi. L’ultimo passo è quello più difficile, ma non è una ragione sufficiente per non provarci.

Share this article