Downton Abbey quarta stagione, meglio la Folliero

28 Gennaio 2015 di Stefano Olivari

La quarta stagione di Downton Abbey non ci ha entusiasmato, ma ha avuto almeno il pregio di riportarci al passato: non guardavamo infatti Retequattro dai tempi di Emanuela Folliero. Non che nel frattempo si sia riletto Kierkegaard, comunque… Ci siamo risintonizzati sul canale Mediaset per il primo passaggio italiano della serie che racconta i conflitti di classe nell’Inghilterra post-vittoriana (anche se ormai molto post, visto che si è arrivati agli anni Venti del Novecento), ritrovando… Emanuela Folliero. Ma soprattutto la figura dell’annunciatrice, che credevamo scomparsa con la generazione mitica di Fiorella Pierobon, Gabriella Golia e, appunto, la Folliero. Che poi si sarebbe trasformata in presentatrice, soprattutto estiva.

Il problema della quarta stagione (in Inghilterra è già stata trasmessa la quinta) è che il privato prevale in maniera troppo netta, sfiorando l’effetto telenovela: senza momenti rivelatori trash (tipo ‘Don Guzman scopre che suor Juanita è incinta del suo patrigno’) ma con intrecci e accadimenti che fanno cadere il tono di diverse puntate. Nemmeno lo spettatore più distratto può evitare di tifare, come abbiamo notato anche nelle serie precedenti: noi siamo ultras di Lady Mary e di Carson, il maggiordomo, rassegnati ma non ostili alle innovazioni. Non mancano comunque gli spunti interessanti: dal diverso ruolo che possono avere le donne nella società, di cui si rendono conto anche Mary e la straordinaria nonna Violet (oltre alla sorella Edith, presa dal giornalismo), alle aspirazioni di una diversa carriera dei camerieri più giovani, dal rapporto di amore-odio con gli Stati Uniti (Lady Cora è americana) al razzismo di cui non ci si rendeva conto fino a quando i neri nemmeno potevano suonare nei locali, dal sotto-utilizzo dei terreni agricoli dei latifondi fino al cuore della serie, cioè il rapporto ovviamente asimmetrico ma fortissimo fra nobiltà e servitù, rappresentanti di un vecchio mondo, in imbarazzo di fronte a qualsiasi istanza o anche soltanto comportamento borghese. Anche al netto dell’evoluzione tecnologica il mondo raccontato da Mediaset, il mondo della Folliero ed anche il nostro, non era nemmeno immaginabile. Pur apprezzando la nobiltà inglese continuiamo a preferire la Folliero e ciò che esprime, fin dai tempi di Telenova.

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