Rosetta, Philae e la musica lunare

14 Novembre 2014 di Paolo Morati

Qual è il vero scopo che motiva l’uomo ad esplorare lo Spazio, direttamente o tramite robot? La notizia dell’arrivo del lander Philae sulla cometa 67p Churyumov-Gerasimenko dopo ben 10 anni di viaggio in compagnia della sonda Rosetta, con le incredibili immagini pubblicate dall’Agenzia Spaziale Europea (Esa) e i problemi di posizione per illuminare i pannelli solari, rilancia una domanda che può avere innumerevoli risposte. Dai tempi dei primi razzi, satelliti e quindi delle missioni spaziali sovietiche e poi americane, culminate con quelle Apollo (ammesso che siano avvenute veramente, direbbero i complottisti alla Capricorn One) ci si interroga sul possibile confine e traguardo di viaggi tanto costosi verso un corpo celeste, che negli anni hanno fruttato sì materiali e informazioni scientifiche ma che sono ancora lontani da quanto la fantascienza (proprio perché fantastica) immagina.

Ciò che è certo è che l’attrazione e l’interesse per lo Spazio, in primis per la Luna si trasforma in affascinante osservazione per chiunque punti gli occhi verso il cielo; se poi pensiamo ai rover atterrati su Marte ormai da dieci anni e che i cinesi – freschi della sonda Chang’e-3 lunar, con a bordo il rover Yutu – prevedono di portare il primo taikonauta (ossia astronauta per loro, così come cosmonauta per i russi) sul suo suolo nel 2025 si può tranquillamente avviare un lunghissimo conto alla rovescia.

Conto alla rovescia che a noi piace iniziare a scandire grazie a un po’ di musica ‘lunare’ partendo da La tua prima Luna, canzone di Claudio Rocchi – storico esponente del progressive italiano scomparso lo scorso anno – del 1970 (album Viaggio). Composizione non semplice da ascoltare e decisamente specchio dell’epoca in cui fu realizzata. Traccia due di una ideale compilation la riserviamo a L’ultima Luna, uno dei tanti brani classici di Lucio Dalla (album omonimo del 1979) che utilizza la Luna per dipingere sette quadri. Luna di Gianni Togni entra di diritto in traccia tre (1980, album …e in quel momento, entrando in un teatro vuoto…), un must delle nostre estati, seguita dal gran reggae di E la Luna bussò (Loredana Berté, 1979 Bandaberté), e il qui stracitato pop di Non voglio mica la Luna (Fiordaliso, 1984).

Nel 1959 Mina intonava invece la stranota Tintarella di Luna (tipo quella che prendeva La Famiglia Addams), mentre meno conosciuta ma estremamente incisiva e drammatica è Luna in piena di Nada, gran bel pezzo presentato al Sanremo del 2007 (album omonimo). Da riscoprire infine anche Luna nuova (Silvia Conti, 1985), tipico sound anni ’80 per una voce che non abbiamo poi più ritrovato. Potremmo andare ancora avanti, ma gli altri brani – stranieri compresi, un album ‘oscuro’ a caso? – li lasciamo tranquillamente scegliere a voi in attesa che il 23 novembre l’astronauta Samantha Cristoforetti parta alla volta della Stazione Spaziale Internazionale.

Share this article