La pettinatura di Occhipinti

15 Settembre 2014 di Paolo Morati

Leonardo Occhipinti

Da un nostro cassetto è uscito all’improvviso l’album delle figurine Panini stagione 1979-80. Completo. Un album che dimostra tutta la sua natura vintage, a cominciare dalle foto dei calciatori. Persone normali, a volte scarmigliate e a volte acqua e sapone, ma nessuna con tagli di capelli diversi da quelli dei loro tifosi di 35 anni fa, protagonisti di un’epoca dove il giocatore era valutato esclusivamente per le sue gesta in campo, mentre tutto il resto – salvo episodi eclatanti – non era amplificato all’ennesima potenza come accade oggi nell’era dei fotomodelli e del gossip a oltranza (con morale peraltro a due velocità: parcheggiare l’auto in sosta vietata è considerato più grave che tradire la moglie, comprare diplomi o scommettere). Ma c’è un altro aspetto che ci ha fatto riflettere sfogliando l’album e soffermandoci in particolare sulla formazione dell’Inter, laureatasi proprio in quella stagione Campione d’Italia.

Una rosa, allenata da Eugenio Bersellini, che era particolarmente giovane. Portiere titolare Ivano Bordon (vice di Dino Zoff in Nazionale) classe 1951, il decano della squadra coi suoi 28 anni anni superati. In difesa Beppe Baresi, nato nel 1958 (e quindi allora appena ventunenne), Nazareno Canuti (ben 23 anni), Roberto Mozzini (lo stopper, quando ancora esisteva, 28 anni) e Graziano Bini (libero capitano ad appena 24 anni). Sulla mediana si posizionava Giampiero Marini (28 anni come Bordon) mentre la linea di centrocampo era coperta da Domenico Caso (il nostro idolo dell’epoca, 25 anni), Gabriele Oriali (27 anni), ed Evaristo Beccalossi (23 anni) a supporto delle punte Alessandro Altobelli (24 anni) e Carletto Muraro (24 anni). Età media dei titolari 25 anni, per non parlare della panchina dove stazionavano nomi come Franco Pancheri (21 anni), Giancarlo Pasinato (detto caballo, 23 anni), Leonardo Occhipinti (19 anni) e Claudio Ambu (21 anni).

In linea con uno desideri di Erick Thohir quest’anno l’Inter affidata a Walter Mazzarri sembrerebbe essere sulla stessa strada di quella guidata all’epoca da Ivanoe Fraizzoli, con la formazione che ha battuto il Sassuolo con un’età media di poco più di 25 anni e mezzo, con gli unici ultratrentenni (portieri a parte) in rosa che sono Vidic, Palacio e Campagnaro. Al di là dei discorsi e paralleli anagrafici (che possono avere una valenza tutta da verificare) sulle potenzialità di una squadra priva di ‘big name’ (seppure bolliti, o quasi), c’è da chiedersi tornando al puro aspetto estetico, in un’era in cui anche le persone ‘normali’ si sentono protagoniste di fiction, che cosa è cambiato oggi, e quanto il verbo del calciatore immagine ha mutato il gioco del pallone rispetto a trenta e passa anni fa. La differenza fra la pettinatura di Juan Jesus e quella di Occhipinti non è soltanto nei 35 anni che sono passati, ma nel modo in cui tifosi e appassionati guardano il calcio. Era meglio, era peggio? La risposta è più personale che calcistica.

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