La World Music di Gigi D’Alessio

5 Marzo 2014 di Paolo Morati

Gigi D'Alessio Billboard

Una delle innumerevoli charts pubblicate dal settimanale americano Billboard si chiama World Albums. Una classifica che copre il genere World Music dove rientra sostanzialmente (e per sommi capi) tutto ciò che pur essendo pop(ular) ha radici nella tradizione, con anche un pizzico di etnia e folclore. Ne parliamo perché è notizia di questi giorni l’ingresso diretto in prima posizione dell’album Ora di Gigi d’Alessio. Un risultato (dati Nielsen Soundscan) che può sembrare clamoroso considerato che il cantautore napoletano precede nomi piuttosto quotati come il belga Stromae (stabile in quinta posizione), acclamato da pubblico e critica in occasione dell’ultimo Festival di Sanremo, o il tenore irlandese Paul Byrom.

In realtà l’affermazione di D’Alessio e del suo album (non è questa l’occasione per una recensione completa) conferma come esista all’estero un pubblico di appassionati della musica leggera italiana che, se ben promossa anche attraverso tour mirati, è capace da un lato di fare breccia fra i connazionali all’estero ma dall’altro e ancor più mantiene una sua importante nicchia di appassionati. Al di là delle cifre di vendita che ignoriamo e delle categorizzazioni, a memoria l’ultimo italiano che ricordiamo aver capeggiato la classifica World Albums di Billboard era stato Zucchero (che nel 2005 contemporaneamente era però entrato anche nella Top 100 dei dischi più venduti in Usa) anche se è possibile che nel frattempo si siano verificati altri casi. Esclusi naturalmente fenomeni come Andrea Bocelli, il versante latin o nomi come quelli dei Lacuna Coil o degli Eiffel 65 inseriti in altre charts.

Detto del successo di Gigi D’Alessio in questa classifica molto verticale, fa invece specie vedere nella Top 10 dei World Albums, tra la cantante beninese Angélique Kidjo o il gruppo Tinariwen originario del Mali, anche una raccolta intitolata Gourmet Entertains: Taste Of Italy, che mette insieme ricette di cucina e classici della nostra tradizione in versione strumentale (Da Al di là a Nel blu dipinto di blu passando per O sole mio). Un segnale che una certa immagine e tema dell’Italia, complice anche l’Oscar a La grande bellezza che sembra aver riacceso l’interesse per noi, stia tornando (o è sempre rimasta) di moda?

twitter@paolomorati

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