Con il Sennori di poi

5 Dicembre 2013 di Fabrizio Provera

Io non seguo il mercato, produco vini che piacciono a me, vini del mio territorio, vini di Sennori. Sono ciò che sono e non ciò che vuoi che siano”. E già ci conquista, uno che descrive così i suoi vini. Perché quando ci siamo imbattuti nei vini delle tenute Dettori, eminentemente sardi, abbiamo avuto un cortocircuito. Emotivo, prima che gustativo. Bottiglie dall’eleganza discreta, riflesso del carattere di quelle terre e di quelle genti. I Dettori (padre e figlio) descrivono, in modo crudelmente semplice, la loro filosofia vinicola: “Selezione manuale di tutti i grappoli fatta da me e mio padre su un tavolo in acciaio costruito appositamente. L’uva viene diraspata ma non pigiata e viene lasciata a macerare nei tini di cemento senza aggiunta alcuna di solforosa. La durata della macerazione dipende dalle caratteristiche del mosto. Può durare dai due ai venti giorni. Macerazioni più lunghe non appartengono alla nostra cultura. In cantina non è utilizziamo alcun prodotto di chimica di sintesi oltre allo zolfo. Non sono stati aggiunti lievi, enzimi ed ogni altro coadiuvante della vinificazione e maturazione del vino. Non filtrato, non chiarificato, non barricato. Non usiamo vitigni, vini internazionali per addomesticare i nostri vini”. 

Oltre il biologico e le sue mode da naso arricciato, i vini di Dettori esprimo spirito e carattere. Sorprendenti, quanto a tenore alcolico (noi ne abbiamo degustati sei, tra i 13.5 e i 17.5 gradi); il Tenores 2009 è un Cannonau che ti spezza ogni certezza in testa, prima che irrorare le papille di qualcosa difficilmente descrivibile. Sì, il rubino è molto elegante e persino lucente; fiori e spezie si uniscono ad amarene, prugne e frutta rossa al naso. La nota dolce si palesa in modo uniforme, in tutti o quasi i vini che abbiamo assaggiato. Il finale e lunghissimo, i sapori avvolgono la bocca per lungo tempo. Non ci sono interventi di enologi demoniaci, eppure è tutto così armonico, complementare. Epperò travolgente. Bevi Dettori e non riesci a fare dei paragoni. Non introduciamo valutazioni comparative banali, come ‘meglio’ o ‘peggio’; giochiamo su un altro campo, un altro sport. I tre aggettivi che descrivono meglio i vini Dettori sono quelli che Carlo Petrini ripete come un mantra, ma che i sommelier non usano quasi mai e quindi a noi- recensori indiscreti- piacciono ancora di più: questi vini sono buoni, puliti e giusti. Punto.

Il Renosu bianco e rosso. Dovrebbero essere vini base, i meno blasonati, ma ti intrigano perché alla fine non sono figli di un Dio minore. Il sole, i secoli, le vigne, il mare di Sardegna, i venti e le pratiche tradizionali fanno il resto. Ci vuole fegato, per accostarsi a questi vini. Gli amanti di vini ‘politicamente corretti’,  costruiti con l’abito standardizzato, Chardonnay, Sauvignon e Cabernet di taglio  internazionale, sbatteranno contro un muro. Perché da quelle parti, ce lo ricordano i Dettori stessi, “Il vino non è una moda. Fin quanto gli anziani hanno memoria, ricordano di aver sempre conosciuto le vigne e gli oliveti. Per tale motivo ancora si trovano vigne con più di cento anni di vita”. Ecco, capito? Farete fatica, a trovare questi vini. Niente Esselunga, persino quella dall’enoteca fornitissima di viale Lorenteggio a Milano. Dettori richiede sacrificio, anche solo per cercarli, i suoi vini. Ma poi ti ripaga. Eccome, se ti ripaga. Noi non sappiamo nemmeno dove siano Sennori e Badde Nigolosu, dove i Dettori hanno ristorante, camere e conducono personalmente le degustazioni, se non impegnati nei campi: non lo sappiamo ma presto ci andremo, perché sorseggiare questi vini ti apre la mente e il cuore, soprattutto se vivi e lavori dove il vino, la cosa più bella ed intensa del mondo, l’han fatto diventare una moda. E a Milano c’è pure un ristorante vegano che lo serve in un bicchiere di carta (?) riciclabile. Quando ci siamo capitati han dovuto trattenere i nostri 101 chili contadini, perché non aggredissimo il malcapitato cameriere. Vino nella carta… Vabbè.. Provateli, i vini Dettori. Non vi pentirete. Parola di Indiscreti romantici.

Tenute Dettori, Sennori (Sassari), www.tenutedettori.it

Tenores 2009, Moscadeddu 2007, Dettori 2009, Chimbanta&Battoro 2007, Renosu Bianco e Renosu Rosso

Share this article