Di maiale in peggio

20 Novembre 2013 di Biro

Le sofferenze di cani e gatti impietosiscono anche i peggiori fra gli esseri umani, almeno in teoria. Perché poi in pratica ad abbandonarli in mezzo a una strada, tradendo la loro fiducia e condannandoli quasi sempre a una brutta fine, sono sempre esseri umani. Ma chi ha pietà dei maiali? Perché questi esseri sono senzienti esattamente come vostro nonno o vostra figlia e non è che diano un contributo minore al bene del mondo. Certo, hanno una forma di intelligenza diversa. Non scrivono libri (nemmeno ne leggono, ma in questo sono simili agli umani), non guardano la Champions League (ma del resto fino agli ottavi di finale è fuffa per tossici), non cercano di essere paraculi perché da cosa nasce cosa, non sono interessati ad alcun tipo di carriera, non ambiscono ad essere ricordati, non promettono interessamenti per amici di famiglia pregiudicati (ma nemmeno diventano ministri), non hanno un progetto di vita pluriennale scandito da master, corsi, stage o altre catene autoimposte: insomma, se non fossero maiali si potrebbero definire ‘veri uomini’ nell’accezione non omofobica (alla ‘If’, diciamo) dell’espressione. Il problema non è solo che vengono ammazzati per il piacere umano, che potrebbe essere soddisfatto in altro modo (magari scopando, consiglio personale da castrato), ma che la via verso la morte è lastricata di sofferenze oltre i confini del campo di concentramento nazista. Io sono fondamentalmente un gatto cazzaro, come il mio amministratore, in più mangio anche carne oltre agli eccellenti croccantini Renal (VetLife o RoyalCanin le mie marche preferite). ma può valere la pena di dare un’occhiata a questo sito, sonodegno.it, tutt’altro che di talebani (CIWF sta per Compassion in World Farming, quindi dà per scontata l’esistenza degli allevamenti), che si propone semplicemente di far rispettare le leggi europee ed italiane già esistenti. E’ un sogno, lo so.

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