Superiorità di Paperino

22 Agosto 2013 di Paolo Morati

Topolino dovrebbe passare nelle mani delle edizioni Panini, come tutti abbiamo letto a fine luglio. Il leggendario periodico a fumetti, pubblicato dal 1949  in formato libretto prima da Mondadori e poi dalla stessa Disney, verrebbe quindi rilevato dai maghi delle figurine, il che fa pensare anche a una possibile ondata di raccolte in edicola a tema. Di sicuro si chiude un’epoca, per motivi evidenti: dal milione di copie a settimana vendute a inizio anni Novanta si è passati alle meno di 60.000 attuali. Un crollo clamoroso, spiegabile solo in parte con la crisi dell’editoria cartacea. Al di là dell’eventuale passaggio, i cui esiti commerciali si vedranno solo in futuro, l’occasione è buona per analizzare l’universo raccontato in tanti decenni da disegnatori e sceneggiatori. Tenendo conto della realtà italiana, spesso diversa (e più ricca) rispetto a quella originale statunitense grazie a nomi quali Guido Martina, Romano Scarpa e Giorgio Cavazzano, solo per citarne alcuni.

Partiamo da Topolinia, città senz’altro più insidiosa della controparte paperesca, dove spesso (senza contare alcune declinazioni noir) si svolgono casi polizieschi da risolvere che coinvolgono nelle indagini lo stesso Topolino. Ecco quest’ultimo non ci è mai stato molto simpatico quando diventa un infallibile segugio (cosa tra l’altro piuttosto strana per un topo) in grado di dare una mano al commissario Basettoni e all’ispettore Manetta. Molto meglio quando si ficca nei pasticci o subisce le richieste della petulante fidanzata Minnie o dei nipoti Tip e TapPippo, migliore amico di Topolino, è un apparente  tontolone che non fa capire se ci fa oppure ci è, tanto che spesso tira fuori inaspettate soluzioni accompagnate dall’espressione “yuk yuk” ed è in grado di trasformarsi in un atipico supereroe  mangiando noccioline. Strana città poi quella dove una mucca e un cavallo sono fidanzati (Clarabella e Orazio), ma questa è una vecchia storia sulla quale ormai si dibatte da decenni. Alla fine si può anche finire per tifare per i ‘cattivi’ come Gambadilegno, la sua dolce metà Trudy o lo sfuggente Macchia Nera. Tante in ogni caso le storie straordinarie, tra le nostre preferite Topolino e l’unghia di Kalì, Topolino e la collana Chrikawa e Topolino e la dimensione delta, dove il mistero si accompagna a sceneggiature solide e divertenti.

Passando a Paperopoli, si parla di una cittadina meno convenzionale dominata dal deposito di Paperon de’ Paperoni. Una sorta di cassaforte gigante insididata costantemente dalla incapace Banda Bassotti – costretta a vivere in una roulotte – e del quale conosciamo l’ufficio, la camera da letto e la ‘piscina’ piena di fantastiliardi di dollari. Nonostante la sua avarizia-parsimonia, Paperone è nel tempo diventato un personaggio positivo e divertente – al contrario dello scorretto rivale Rockerduck – anche se alla fine abbiamo sempre parteggiato soprattutto per suo nipote Paperino, del quale lo zione conosce bene l’incapacità ma anche l’onestà.Straordinari i duetti tra i due, a cominciare dalle telefonate che partono con uno squillo che fa precipitare l’apparecchio sulla testa del malcapitato nipote impegnato nella pennica quotidiana. Paperino del resto sarà un incapace ma è pur vero che quando ha un problema lo zio si rivolge primariamente a lui, che spesso è solo vittima delle circostanze. Del resto non è facile avere a che fare oltre che con una pigrizia cronica anche con tre nipoti petulanti e saccenti (Qui Quo Qua), che si dividono le frasi, una fidanzata (Paperina) non sempre comprensiva, due cugini insopportabili – Gastone (la fortuna in persona) e Paperoga (non troppo sveglio). Buon per lui che c’è Nonna Papera che almeno sa cucinare bene (chi non ha mai letto il suo manuale?) e dispensa saggi consigli. A volte disprezzato da chi gli sta vicino, Paperino ha la sua rivincita quando assume i panni di Paperinik (personaggio, come molti, nato in Italia), che lo portano, anche grazie ai marchingegni ideati da Archimede Pitagorico, a risolvere i casi più intricati. Storie da non mancare sono Paperino e le lenticchie di Babilonia, Paperodissea e Paperinik il diabolico vendicatore.

In tutto questo non si possono dimenticare alcuni personaggi di contorno come Eta Beta (diseducativo al massimo per via della dipendenza da Pnaftalina…) e il suo animale Flip, Dinamite Bla (splendido solitario irascibile), l’Orso Onofrio (goloso di torte), la strega Amelia, Ciccio (di Nonna Papera, come viene chiamato dai ‘fan’ per distinguerlo…), Edi l’assistente di Archimede, il cane Pluto e il gatto Malachia, Gancio il dritto con annesso figlioccio Bruto, Pico de Paperis, Plottigat, Atomino Bip Bip, Brigitta, Filo Sganga… Alcuni tra l’altro usciti direttamente dalla fantasia degli autori italiani, bravi nel sapere realizzare trame e filoni di grande qualità. Speriamo che tutto questo non finisca nel calderone della nostalgia, ma che diventi anzi la base per decenni di nuove storie.

Paolo Morati, in esclusiva per Indiscreto

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