Europeo della sofferenza e della Rai

20 Agosto 2013 di Oscar Eleni

Oscar Eleni dall’albero dei Giannizzeri rubato ad Istanbul e ritrapiantato nella foresta di Belgrado, da dove salteremo sulle conchiglie istriane. Siamo felici di scrivere nel sito che ha dato voce al professor Vittori. Condividiamo tutto su quello che ha detto dopo il mondiale del buio per l’Italietta che a scuola fa tenere le mani in seconda, ma guai a mettersi a correre, saltare. Vero che la fase penosa del mondiale, per un paese che odia lo sport come il nostro, le moltitudini calciofile hanno già ripreso il potere al giardino degli imbecilli, è stata quella del dopo gara. Interviste piagnone, ringraziamenti al cugino della zia, tanti casi penosi, tanta gente che giura di aver lavorato duro, senza dirci cosa intende per duro. E per chi ha visto atleti italiani lavorare oltre il vomito non è facile credere a chi pensa ancora che cinque ore sul campo, chiacchierando, corricchiando, correndo forte una volta e piano tutte le altre, sia fare preparazione seria. Tutti falsi smascherati nel tempo quando era la scuola di Formia a garantire qualità e quantità del lavoro. Ora cercano tecnici altrove. Si vergognano a dire che per miopia politica hanno fatto fuori gente che aveva fatto scuola, che aveva insegnato davvero. Stesso discorso sulle interviste dopo gara per gli affondati del nuoto. In questo paesucolo si pensa sempre che allenatori come Velasco, Rudic, Castagnetti, Vittori, Coste, La Mura, si possano clonare all’infinito per imposizione delle mani come il mago O. Balle. Giustificare  tutto  e tutti è l’inizio del disastro. Fingere di sfiorare le critiche vittoriane, come ha fatto il Bragagna saltatore di palo in frasca, non ha senso perché la scuola Vittori c’è stata, esiste, esisterà nel tempo, sugli altri predicatori scelti abbiamo qualche dubbio, stima  sempre, ma molte perplessità sulla divisione del bene e del male atletico.

Tornando a noi eccoci sotto l’albero dei Giannizzeri per sacrificare un ramo alla decisione dei dirigenti RAI di non oscurare l’eurobasket. Per fortuna ci hanno pensato fra l’anatema Petrucci, “ vi pentirete, oh se vi pentirete”, e il torneo di Anversa dove ci siamo giocati la dote e la credibilità esagerata delle vigilie al sugo di lepre con tre sconfitte contro avversarie non candidate a finali, salvo forse la Polonia che, però, è in un girone anche peggiore del nostro e difficilmente batterà Slovenia, giocano in casa, Spagna, sono i campioni uscenti, Croazia, giocano quasi in casa. Ma i polacchi, rispetto ad Azzurra tenera, hanno una squadra bella e completa, con giovani talenti in crescita e una base solida. Li abbiamo battuti a Trento ma non avevano Gortat e Kalati, non erano lubrificati anche se fanno ancora cose da squadra non squadra. Viste le partite in Belgio, quando i padroni di casa ci hanno dato 20 punti, quei geniacci della Rai che ora sono minacciati di anatema dalle farfalle della ginnastica che non avranno diretta hanno deciso per il sì. Ma chi dirige questi baracconi dove la televisione di Stato non garantisce agli abbonati le manifestazioni sportive più importanti ? Figli della politica del so stutto non sapendo nulla ? Probabile, visti certi assessori allo sport di città importanti dove con la penosa litania dello sport popolare hanno lasciato andare in malora cento impianti (caro Giomi, caro Petrucci, recluti se hai il posto dove creclutare e la gente che organizza chi va reclutato). Dopo Anversa, questi cattivoni della Rai che ci hanno fatto penare e che saranno ancora crudeli con l’ameba legaiola per il campionato non ancora assegnato, avrebbero potuto dire grazie, non siete da corsa, buttare via 250 mila euro non avrebbe senso. Non è accaduto. Alleluia. Ora pensiamo ad Azzurra che non  era bellissima a Trento, 3 vittorie,  e non è tutta da buttare via dopo il torneo belga, tre sconfitte.

La verità è nota da tempo, anche prima che Bargnani fosse fiaccato dalla polmonite. Siamo una squadra al limite. Possiamo resistere se tutti vanno almeno al novanta per cento. Siamo organizzati, sappiamo tutto dei nemici, ma, purtroppo, anche tutto di noi stessi. Eh sì, noi abbiamo il passaportato in regia, ma della voragine al centro non cia siamo occupati nel tempo ed ora rimpiangiamo invidiosi guardando agli altri. Troppi cerotti sui lobi per nascondere orecchini da faraone, troppe facce di gente che garantisce amore, impegno totale, ma poi, al momento di decidere, prevale sempre il vizio della mala educacion in società, nelle giovanili, in serie A, sul canapè dell’agente che non è uguale per tutti come pretende Petrucci, ma esiste come tarlo per la testa di troppi mezzi giocatori.

Pianigiani e il suo papato per avere l’emancipazione del giocatore italiano. Strada lunga e se a Capodistria andremo sotto il par delle quattro vittorie allora si dovrà ricominciare da capo. Lo sappiamo tutti e per questo vivremo la vigilia dell’Europeo con l’angoscia di trovarci a piangere sulle stesse cose: chi sa attaccare non ama difendere, chi ha cuore non ha centimetri o talento, chi ha quasi tutto pensa prima a se stesso. Con le balle alla Peterson, privilegiare l’attacco per avere una difesa decente, non si va lontano. No. Con le mani che abbiamo e la poca garanzia di secondi tiri, dovremo tenere le partite ai 70 punti come massimo. Oltre sarebbe miracoloso, ma impensabile, anche se Diener cominciasse a fare soltanto canestro, liberate il colonnello dall’idea che i compiti devono essere consegnati tutti alla stessa ora e con la medesima calligrafia, se Belinelli e Gentile si ricordassero che senza parabola il pallone si irrita se sfiora qualcosa (diciamo il ferro?), se Datome fosse al cento per cento (Ma lo era nei play off,  lo sarà nella mischia dove deve dividere i pochi mani e il solo pesce azzurro?), se Aradori non si sentisse il poverello in una azione e il gargantua nell’altra, se Cusin restasse in campo anche più di 20 minuti, se Gigli potesse resistere ad un secondo salto, se CinciariniMelli fossero, come ora, i garanti per tutti di una fedeltà alla parola data quando è cominciato il ballo, se Mancinelli mandasse al diavolo i tiratori veri che si liberano  dal rosso delle statistiche con uno scarico inutile a lui che ci serve come primo guastatore, come passatore dal grande istinto, non certo come tiratore dalla media distanza.

Anche se tutte le vitamine della terra dovessero ridarci Bargnani non illudiamoci. Sarà l’Europeo della sofferenza. Ogni giorno. Persino contro Finlandia e Svezia, perché abbiamo visto nel flop davanti al Belgio di Tabu che se il “culo non morde pigiama”, come dicevano i saggi al tempo dell’impero plavi, noi rischiamo. Abbiamo voluto la televisione e ora ci toccherà far credere che hanno investito bene. Per adesso grazie ancora a SportItalia che ci ha aperto gli occhi trasmettendo da Anversa. So che qualcuno ha criticato gli elogi al Bogarelli e  alla sua televisione che ha messo sul marciapede, senza stipendi, tanti giovanotti. Colpa della vecchia amicizia,della militanza comune, accecati, direte voi, anche se restiamo dell’idea che quelle reti per lo sport, canali 60, 61, 62, visibili in quasi tutta l’Italia (non a Caorle, ma anche Raisport non va ovunque: a Siena, ad esempio), dovevano essere protette da una campagna collettiva con il Coni  come cassaforte. Se dovessimo vedere troppi gamberi rossi al posto dello sport ci  piangeremo sopra. Ma, direte voi, sarebbe stato meglio se chi aveva avuto la grande idea fosse partito con mezzi per garantire stipendi e non fallimenti. Verissimo. Adesso cosa facciamo? Ritornare alla voce dei primi paragrafi sull’Italia delle mani in seconda.

Due temi da sviluppare più avanti.

Caro Recalcati, cosa vuol dire il comunicato dei tifosi di Montegranaro per scaricare Di Bella? Anche il basket si piega alla volontà  delle curve? Hanno ragione loro? Perché? Senza per questo difendere il Di Bella se ha rotto volontariamente per andare altrove.

Caro mondo del basket, al raduno della bella Varese 500  persone. Al ritrovo della nuova vera ed unica Fortitudo che gioca in terza divisione, 500 persone. Vi dice qualcosa?

Oscar Eleni

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