Amazon batte moneta e l’Italia no

7 Febbraio 2013 di Stefano Olivari

Insert coin, anzi Coins. Amazon è una repubblica indipendente, come gli altri grandi (Google, Facebook, Apple) che in cialtronese 3.0 si definiscono ‘over the top’. Indipendente a tal punto che batte moneta, cosa che non fa ad esempio l’Italia (e meno male: dare l’arma della svalutazione in mano a cialtroni post-politici porterebbe in due anni verso Weimar). Dal prossimo maggio i clienti statunitensi di Amazon potranno infatti disporre di una moneta virtuale che servirà ad acquistare giochi, applicazioni e contenuti multimediali extra per il Kindle Fire Hd. Moneta che si chiamerà, originalmente, ‘coin’ e che varrà un centesimo di dollaro. Traduzione: gli acquisti saranno mediati da un nuovo ambiente, invece che direttamente dalle carte di credito (che non spariranno, ma saliranno di un gradino nella scala dell’hackeraggio visto che con qualcosa queste monete di Amazon dovranno essere comprate). Traduzione bis: sarà più facile buttar via i soldi, la storia delle carte prepagate insegna questo in ogni settore merceologico. Da notare bene: all’inizio con i ‘coins’ non sarà possibile acquistare tutto ciò che viene venduto in Amazon, ma solo i prodotti digitali: eBook, file musicali, applicazioni. Non quindi frullatori, libri di carta, biciclette. Da notare benissimo: non ci sarebbe nessuna ragione per usare i ‘coins’ se non un risparmio rispetto ai prezzi in dollari e (in futuro) in euro. Prevedibile quindi la sagra del dumping, cioé del ribasso sfrenato dei prezzi (con il digitale il limite inferiore è quasi zero) per buttare fuori i concorrenti. L’autorevole giudizio di Indiscreto: il risparmio dovrà essere davvero grosso per indurre la gente a complicarsi ulteriormente la vita con iscrizioni, password, cazzi e mazzi.

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