Il vulcano Pozzecco

11 Dicembre 2012 di Oscar Eleni

Oscar Eleni in partenza dall’isola di Creta dove quattromila anni fa scoprirono lo zafferano come medicinale, colorante, seduttore dei sensi più raffinati di quelli che a Milano si vantano di aver inventato il risotto giallo con l’ossobuco, per un viaggio verso San Gimignano, non lontano da Siena, proprio come la Mens Sana non è più tanto lontana dall’idea di potersi battere per avere anche il settimo scudetto consecutivo, perché dalle torri che dominano la Val d’Elsa hanno scoperto un Crocus Sativus con valore gastronomico e frarmaceutico,  dall’aroma forte, pungente, leggermente amarognolo, un po’ diverso da quello di Cascia dove alla raccolta dell’alba si è scoperto che servono gli stimmi di almeno 200 fiori per fare un solo grammo di zafferano. Metafore, cara gente. Qui si raccoglie tardi, si semina poco, è  un basket che balbetta insicuro e si domanda atterrito se Giorgio Armani ha finito la pazienza con il gioco dei suoi amori giovanili ai tempi dell’Olimpia del Rubini che oggi farebbero entrare al Forum dalla porta di servizio, chiedendo, magari, qualche euro, mentre dovrebbero  chiedersi se non sarebbe più logico tenere Armani nel basket e far tornare ad altre occupazioni chi ha gestito così male il patrimonio tecnico, economico e storico della società nata nel 1936, anno delle Olimpiadi a Berlino dove il basket entrava nei Giochi con Naismith a bordo campo.

Oro rosso da cercare come fanno sulla piana di carattere carsico dell’Aquila fra i 350 e i 1000 metri d’altezza, perché sorprende  davvero quasta smania di trovare consiglieri adatti a quella che sarà  la presidenza Petrucci, uno che non ha bisogno di  suggeritori, ma soltanto di buone braccia da lavoro e di teste che ragionano come chi è stato capo dello sport italiano per tanti anni, suggerendo anche al basket come. Certo è lui a volere in consiglio un rappresentante di proprietà forti per la vetrina esterna, ma, si sa, chi lavora non ha tempo da dedicare a consigli federali dove conta una parola sola e la diaria è davvero una miseria. Minucci non poteva certo servire il guelfo di Roma, lui che è ghibellino dentro. Proli che ha tanto lavoro da fare, viaggia molto, avrà sicuramente fatto capire che non capiva un onore così grande: “Cosa ho mai fatto per meritare il laticlavio?”. Già. L’ingegner Cremascoli, una dalle idee chiare, che sa muoversi e guardare con ironia al mondo scortese intorno a lei come quei tifosacci di Biella che la prendevano in giro, come succede in tanti posti ad Armani, Sabatini, lo stesso Minucci, come accadrà presto alla nuova Varese, ha già sacrificato il massimo per un basket da gestire con amore, sapendo di perderci sempre, ma alla fine ha risposto di sì.

Politica allo zafferano, giallo nel cuore, rosso di speranza. Ma c’è un campionato da guardare con attenzione nella settimana dedicata alla festa biellese per i migliori stranieri del campionato contro le “speranze” della palla al cesto italiana che è diretta così bene da farci venire il nervoso quando incontriamo i piccoli ras regionali  impegnati a proporre per consiglio mezze figure come loro, giocatori che stanno trovando spazio nel campionato, ragazzi con rabbia e fame diverse, tanto che fino a quando non  li vedremo tutti in campo staremo sul vago perché bisogna prepararsi a certe rinunce, viste certe facce, sapendo quali sono spesso i loro consigliori, dentro e fuori dalle società.

Si riposa aspettando la notte televisiva della domenica di antivigilia natalizia dove giocheranno tutti, si parte a mezzogiorno con Roma-Sassari, sfida  per nuove felicità conquistate per caso, ma anche per buon lavoro,si va avanti con Bologna-Siena nella speranza che  il Sabba trovi almeno un rinforzo per nascondere le lune degli americani che assomigliano tanto a quelle del Fotsis mai felice nella bella Milano che pensava di avergli dato abbastanza, come soldi e come  società. Al Finelli impiccato dai Minard cosa dovremmo chiedere se non una pulizia natalizia che metta tutti davanti alla realtà delle cose: poca pilla, pochi talenti stranieri, ma quelli italiani ci sono e meritano sapone di marsiglia con qualche carezza.

La serata sarà occupata dalla sfida che chiarirà quasi tutto, cioè la prova riscatto di Milano contro la capolista Varese,  duellanti da sempre nella storia del gioco, almeno dai tempi del commendator Borghi e di Bogoncelli, modi diversi di vivere il momento della  crisi: da una parte dobloni anche per i non campioni, dall’altra occhio anche al centesimo di euro per non sballare e tenere insieme il consorzio di Varese nel cuore. Fuori dal campo Varese ha già stravinto, ma Milano dovrà davvero farsi perdonare tanto se venerdì prossimo, alle venti della tarde in terra ateniese, dovesse essere eliminata dopo la prima fase dell’eurolega che era il cioccolato sulla torta di una stagione preparata per vincere. Sulla carta, ovviamente,  perché poi il campo sta dicendo cose diverse e le l’anima non non la compri, al massimo puoi mettere qualche civetta sul comò e fingere di  averla pagata poco, ma poi dentro le linee, esiste ben altro, hai bisogno di una bussola, di carisma, di sapere che se sgarri non la passerai liscia sul primo tavolo dove si balla il tamurè. Datemi oro rosso come medicina per capire lo Scariolo pensiero dopo la vittoria contro la disperazione di Pesaro all’ultimo secondo, dopo aver ricevuto regali dai soliti noti, e c’era chi voleva glorificare il nuovo Crosariol, 2 stoppatine, 2 punticini, anche quando Bourousis stava a mangiarsi le unghie in panchina come sempre nei finali di Milano che don Sergio non considera adatti al suo temperamento (?), esiste ancora chi sostiene che Cavaliero può essere uomo per ogni stagione della partite e del campionato, anche quando lo sfiniscono, anche nei momenti in cui dovrebbe ricevere la palla più che passarla, ma con i piedi a terra, non braccato. Comunque, tornando alle dichiarazioni  nel dopo strizza, con un moscone già pronto sulla battigia, ci spiegate, voi che vedete oltre cosa vuol dire: “Armani viva, secondo tempo da squadra tosta”?

Diciamo che la dichiarazione lascia perplessi almeno come la ribellione dei dirigenti di A2, con tutti i problemi che hanno a fine corsa,  ribelli infelici per la presenza in assemblea, dove era andato su specifico invito del presidente Bonamico, del Gianmarco Pozzecco che sta interpretando al meglio la nuova vita  nel basket a Capo d’Orlando, allenatore atipico che, per adesso, sembra amato da tutti, giocatori e pubblico. E’ un tipo che sa coinvolgere, se può essere libero da servo encomio televisivo, ha in testa un vulcano, ha anche la rabbia giusta per indirizzare la seconda e forse vera vita nel gioco, non gli manca l’orgoglio per mandare tutti a quel paese, andarsene dall’assemblea, dopo aver lasciato a lorsignori, andrebbe bene anche al piano di sopra, un quesito da scuola tecnica: “Perché non potrebbe essere interessante l’opionione di un allenatore anche quando si parla politica sportiva?”. Forse è l’unico vero momento in cui si è trovato in perfetta sintonia con Boscia Tanjevic che gli diceva sempre “prima di parlare taci” perché al grande uomo di Sarajevo cominciarono a fare la guerra nello stesso momento in cui capirono che non lavorava per la sua gloria, ma per il bene comune, rischiando sempre oltre misura come potrebbero confermare il cavalier Maggiò e Bepi Stefanel che gli hanno voluto davvero bene, come del resto Petrucci che lo scelse nel dopo Messina.

Consigli per  la Lega fronzuta e per la Federazione incaprettata dai Boni vaganti: nella NBA chi critica gli arbitri paga anche 25 mila dollari di multa. Vedrai che tacciono. Dopo. Magari andrebbe bene anche nel regolamento interno, per voci bianche  perdute, per facce da schiaffi ai momenti del cambio. Spiegateci perché non siamo sorpresi quando il povero Bargnani, che sta andando male, si è fatto pure male, dichiara che sente  i “rumors” sulla sua personcina, ma non si fa influenzare. E chi lo sposta quello, direbbero al Testaccio.

Pensierino sgarbato che viene in mente se Cantù  e Milano saranno fuori dall’Eurolega alla fine di questa settimana. Resterà Siena a doversi mettere 14 partite in più nelle gambe  e al momento non è squadra che possa permettersi troppo tempo lontano dal lavoro in palestra, anche se giocare aiuta a capire meglio. Eze è e resterà un problema. Perché non sembra adeguarsi alla nuova vita che gli vuole imporre  chi ama fare prigionieri nella Zenda senese. Pagelle allo zafferano, curative, e per sogni infranti.

10 A CALVANI che ha sopportato tutte le facce  curiali del bordo campo romano per arrivare con una squadra affamata dentro l’arena dove lo hanno fatto entrare soltanto perché il proprietario voleva risparmiare almeno sull’allenatore, siamo ancora nello Zululand dove si pensa che i tecnici servano per aggiustare un lavandino.

9 Al SACRIPANTI che fa piripipi a tutti i ricconi che lo sfidano, a chi non lo ha voluto nello staff di Azzurra dove ci sarebbe stato benissimo anche con i jeans cascanti. Caserta è  il suo dolce purgatorio dove, ogni tanto, brinda alla faccia di chi chiacchera e  fa sventolare agli amici la bandiera con il suo faccione.

8 Al BUCCHI che se la gode nella tana brindisina del grande zio Elio, sotto la tutela del Puglisi che guarda rammaricato come è finita Pesaro da dove, per misteri gloriosi, i cacciatori di teste sono andati spesso a cercare uomini che nella stessa casa Scavolini non avevano lasciato tracce indimenticabili. Anche per lui purgatorio da neopromosso che ha ritrovato i vecchi dischi dei tempi aurei di Rimini poi rinfrescati a Napoli e rotti a Milano dove la sua musica era troppo silenziosa.Vedeva ombre e non comunicava. Grave. Ma adesso è tornato l’omarino de la bela Bulagna.

7 Al VITUCCI non per lo straordinario primo posto in classifica, ma per quell’arte dogaresca di fingersi soddisfatto anche quando non dovrebbe o potrebbe, di accettare i complimenti come se fossero veri, primo testimonial della teoria di Billy Beane che se non vinci l’ultima partita sarai sempre bastonato.

6 Al ragazzo ABASS se ci promette, dopo essere entrato dalla finestra nel paese dei balocchi, certo sono strani i generali  che non ti vedono per mesi e poi, all’improvviso, scoprono che qualche rimbalzo lo puoi prendere, che passerà tanto tempo in palestra con Lambruschi e quelli delle giovanili per aggiungere al sapere tattico della prima squadra anche fondamentali  migliori, perché certi tiracci fanno venire il sospetto che da lui hanno preso il meglio regalandogli poco.

5 Alla LEGA di A2 che aspettando di passare alla peggior vita fra i finti dilettanti, finti perché ragionano e spesso si fanno pagare da professionisti,  si lascerà alle spalle la cacciata del vulcano Pozzecco da una sua assemblea. Test: una dichiarazione anche sballatra del Poz sarà più vendibile mediatticamente di qualsiasi bel discorso dei signor nessuno mandati  dai padroni a vedere cosa succede.

4 A Renzo BARIVIERA entrato finalmente nella casa italiana della gloria cestistica, casa senza pareti, purtroppo perché si litiga su tutto e quindi sulo nulla, perché riaccende la guerra fra Milano, anche quella che rabbrividisce se vede gli autentici Olimpia, e la Cantù convinta di aver dato a Barabba la seconda grande vita che Rubini e Bogoncelli gli avevano negato spedendolo a Forlì. Speriamo si faccia vivo anche il Petrarca, ammesso che sia viva la società, per ricordare un campione che cominciò a saltare per il professor Aza Nikolic. Lo vogliono per far sapere che hanno memoria storia e omaggiano i grandi. Cantù ci aveva già pensato in passato, l’anno scorso furono meravigliose le notti del Merio  del Pierlo e di Charlie, ma adesso vedrete che Milano lo farà andare in campo scortato da Boateng.

3 Al MAZZON angosciato che sulla panchina Reyer sembra voler bene a tutti perché dovrebbe aver capito contro Bologna che  la sua Umana diventerà tale soltanto se manderà via quelli che si sono presentati con tante pretese e sul campo fanno scrivere ai tifosi una sacrosanta verità: Noi sesto uomo, ma gli altri cinque dove sono? Già.

2 Ai MEDICI EMPORIO ARMANI perché fanno diagnosi mai condivise dai tecnici: per Gentile un recupero anticipando di 30 giorni, salvo poi ricordarlo sempre quando il ragazzo va male, quindi molto spesso; per Melli miracoloso trattamento per evitare una nuova operazione come si diceva ai tempi di Azzurra perfida e dell’esordio a Reggio Emilia, poi eccolo feroce e spesso incompreso, ma in campo; per Langford riposini, soste ai box, torna dopo una settimana senza allenamento e segna più  di tutti contro Kaunas, a Pesaro gli avevano dato non più di un certo minutaggio, Scariolo sfora, lui risolve la partita e via tutti contenti a mangiarer pesce. Il grande Blini per la Mobilquattro con Jura e i medici di Cantù con Della Fiori erano dei nessuno anche se i loro pupilli dalla febbre alta e la caviglia distorta segnavano poi 40 punti.

1 Ai TIFOSI di BIELLA per lo striscione esibito a Cantù, ma anche a chi finge di essere una vergine dai candidi manti e per far capire che anche i notissimi ultras cantuchiani hanno fatto cose malvage gira con uno sputo sugli occhiali per far vedere la “ferita”.

0 Alla LEGA che invece di cercare l’impossibile poteva offrire come suo rappresente per il Consiglio Federale i disoccupati eccellenti che ora vengono tenuti ai margini, magari cominciando da Gherardini.

Oscar Eleni, martedì 11 dicembre 2012

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