Eroismo alla valtellinese

10 Novembre 2012 di Fabrizio Provera

Il vino è il canto della terra verso il cielo. Parole – e musica – di Luigi Veronelli, l’inventore della critica enogastronomica in Italia: anno 1956, era il glorioso Giorno di Enrico Mattei e dell’Eni. Altri tempi, altri giornali. Soprattutto, altri uomini. Mantenendo l’impegno che ci siamo dati in estate, perciò, Indiscreto dà il via alla sua rubrica su cibi, vini e cose buone, dopo qualche esperimento che speriamo sia stato apprezzato. Il vino sarà il nostro principale campo di ricerca e condivisione: niente voti, niente tecnicismi, vi consiglieremo solo vini e cantine, alcune note (assurdo fare i fenomeni e ignorare posti famosi) ma molte assai meno, tutte accomunate da un elemento essenziale: l’amore misto a passione, perché senza questi elementi non si fanno grandi vini (e nemmeno altro, a dirla tutta).

Inoltre, siccome abbiamo fatto parte per alcuni anni della carovana mediatica e del circuito delle guide (ne siamo usciti, allettati dalle proposte di Indiscreto), vi invitiamo a diffidare di molte pagine patinate su vino e affini. Molto spesso, sui giornali che le pubblicano, trovate poco oltre la pubblicità di quella stessa cantina, o dell’azienda che fa riferimento al proprietario delle vigne. Diffidate, gente. In Italia ci sono fior di grandi penne indipendenti e credibili (Alessandro Masnaghetti, Gianni Fabrizio e molti altri), tuttavia dietro a molte rubriche a la page ci sono evidenti- a volte persino scontati, visto le proprietà di giornali e cantine- rapporti di interesse economico. Noi, che siamo totalmente indipendenti e liberi, abbiamo sformato un gruppo di assaggio composto da sommelier amici, e vi trasmetteremo le sensazioni e le seduzioni delle bottiglie che abbiamo selezionato.

Cominciamo dalla Lombardia, che è terra di grandi vini, anche oltre la Franciacorta: vi portiamo a Sondrio, da tre ragazzi col vino nel cuore e nel sangue. Sono Isabella, Emanuele e Guido Pelizzatti Perego, i figli di papà Arturo, che volle fortemente questa azienda nel 1984, e che oggi portano avanti una tradizione giunta alla quarta generazione. Papà Arturo è volato in Cielo, dove ha il privilegio di sedere alla tavola più invidiata: quella con Gianni Brera, Gino Veronelli, Guido e Lidia Alciati, Franco Colombani, Matteo Correggia. Una tavola dove si celebra ogni sera la vita, e con essa il vino. La loro cantina si chiama AR.PE.PE (acronimo, appunto, del fondatore; www.arpepe.com), e si dedica alla diffusione del ‘Barolo’ di Lombardia, ossia di quei vini a base di una Chiavennasca, il Nebbiolo nella declinazione di queste terre. Le vigne valtellinesi, spesso associate al termine eroico, perché coltivarle è veramente un’impresa, danno vini in piena armonia col carattere della gente che li produce e della terra da cui sgorgano. Arpepe produce vini rossi seducenti, poco inclini alle mode, vini generosi. La gamma è ampia: si va dal semplice Rosso di Valtellina, dalla grande bevibilità, al maiuscolo Grumello Buon Consiglio, un vino del 2001 ancora straordinariamente giovane, che si apre con aromi di frutta e spezia, e che in bocca rimane a lungo senza risultare gravoso e pesante, come spesso accade a molti vini da uva Nebbiolo ancora giovani.

Tra i prodotti di punta della cantina ci sono il maiuscolo Ultimi Raggi 2005, un Sassella Vendemmia Tardiva che si apre al naso con grande austerità, poi scivola su deliziose note di frutta e spezia, quindi scende in bocca ad accompagnare magnificamente le sere di freddo e di pioggia. Infine il Rocce Rosse, un altro Sassella dell’annata 2001 (significa che il vino è prodotto con sole uve di quello stesso anno: millesimato, come dicono gli esperti), che ti colpisce al naso con la frutta sotto spirito, la nocciola e la delicata speziatura, capace di regalare sensazioni uniche in bocca. Un vino già pronto, ma di cui vi esortiamo ad acquistare almeno due bottiglie: una bevetela subito, la seconda accomodatela in cantina per molti anni a partire da oggi. Con che cosa abbinarli? La cucina valtellinese, of course. Ma in una sera di pre- inverno, basterebbero un calice di Arpepe e una fetta di grande formaggio, meglio se stagionato.

Che bella realtà, Arpepe, e che gran bella storia quella di Isabella, Emanuele e Guido. Gente che produce vino per missione, per vocazione, non solo per professione. Gente capace di regalarci vini davvero Indiscreti ed intriganti. Vini che potranno anche avere qualche difetto, ma che non saranno mai bugiardi. In alto i calici, ragazzi!

Azienda Arpepe, Sondrio, www.arpepe.com
Rosso di Valtellina, Grumello Buon Consiglio 2001, Sassella Rocce Rosse 2001, Sassella Ultimi Raggi 2005

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