Suicidarsi con la lira

7 Giugno 2012 di Indiscreto

Ultimo post dopo quelli su Islanda e Argentina, del resto tutte le saghe che si rispettino sono trilogie. Cercherò di riassumere come si è arrivati al punto attuale, cominciando dalla descrizione di come si stava bene quando avevamo la lira (sono ironico se non si fosse capito). Partiamo.

Il debito pubblico esplode con Craxi (dal 65% del PIL all’85% in 4 anni tra gli applausi , le monetine arrivano molto dopo). In percentuale sul PIL raddoppia in una decina d’anni. Nel 1994 è al 121.8%. La spesa per interessi segue l’andamento del debito arrivando ad un massimo di oltre il 12% PIL. Come se oggi pagassimo 180 mld per interessi. Non si tratta solo di corruzione e spese della casta. Pensioni d’anzianità, organici della pubblica amministrazione gonfiati, evasione fiscale, opere dai costi gonfiati: anche questo è debito pubblico. I governi che devastavano il bilancio erano molto popolari. Per la serie ‘Il debito non l’abbiamo fatto noi’.

A metà anni Novanta con la lira eravamo un paese alla frutta che doveva “tirare la cinghia” altrimenti sarebbe fallito. La politica poteva dirlo con chiarezza. Infatti: vai coi sacrifici per l’euro. “Europa Vult!” All’inizio della circolazione dell’euro, il debito è al 108.8%, la spesa per interessi crolla al 6% del PIL, lo spread con la Germania praticamente s’annulla (andiamo sotto i 100 bps). In quegli anni la Germania cresce meno della media dei PIGS, è il malato d’Europa e sfora per primo il famoso parametro del 3%. Colpa dell’euro, direbbero i maitre a penser nostrani. Fortunatamente per loro non la pensano così e fanno le riforme Hartz (link: http://en.wikipedia.org/wiki/Hartz_concept.) mettendosi a correre. Questo dato riassume bene tutto: quanto costa il lavoro necessario a produrre una unità di output: fatto 100 il valore al 2000 la Germania oggi è a 105, noi 130. Scelte di governo. Visto che la Germania è più competitiva degli altri, i tassi che il mercato chiede ai PIGS dovrebbero salire. Non accade. Perché? Speculazione. I mercati scommettono che la Germania sia garante per tutti, malgrado questo sia esplicitamente escluso dai trattati. Vediamo come usiamo questo regalo.

Italia. La spesa per interessi scende al 4.5% del PIL. Poco meno di 70 mld di euro. Rispetto al 6% un risparmio di una ventina di miliardi. Lo usiamo per aumentare la spesa corrente. La casta e le corporazioni costano e i cittadini vanno tenuti buoni. Consiglio di leggere le relazioni di Gianpaolino al riguardo. Il debito torna a crescere. Il governo eletto, si guarda bene dal riformare per annullare il gap di competitività. Era impegnato in altro e non voleva noie. Risultato: crescita “zero” e buco nella bilancia commerciale (o meglio partite correnti). Crescita inferiore a quanto si paga per interessi = botto assicurato. Il Portogallo fa qualcosa di simile.

Spagna e Irlanda hanno i conti in ordine. La Spagna li aveva migliori della Germania. Usano i bassi tassi per gonfiare una bolla immobiliare stile USA. Pericoloso perché le banche si riempiono di impieghi che allo scoppio della bolla si svalutano vertiginosamente e rapidamente mandandole a tappeto. Infatti succede. Anche loro hanno un rosso nelle partite correnti. Anche qui precise scelte a livello di governo.

Grecia. Semplicemente ha truccato i conti.

Tutti hanno un rosso nelle partite correnti, la Germania un attivo, l’UE è in equilibrio. Che vuol dire? Che i  PIGS consumano beni importati e soprattutto per sostenere i consumi si finanziano dall’estero. Quando scoppia la crisi greca i mercati si rendono conto della scommessa errata e i tassi schizzano. Stupore generale e lamenti dei media, ma ad essere “errati” erano i tassi precedenti. La pessima gestione della crisi a livello europeo fa il resto. Vanno in crisi prima Irlanda e Spagna perché hanno un sistema bancario compromesso con la bolla immobiliare: se lo lasciano fallire, saltano, se intervengono fanno saltare il bilancio dello Stato. Noi siamo il terzo debito pubblico del mondo, too big to fail, sicuramente faremo qualcosa; questo è il pensiero dei mercati che continuano a farci credito per un altro anno. Ingenui. Passiamo l’anno a discutere di moschee a Milano e bunga bunga. Entriamo noi nell’occhio del ciclone, tra il solito stupore e lamenti del sistema mediatico (ma dove guardavano?). Non solo debito pubblico. Qui un ottimo riassunto del perché il sistema bancario italiano va in crisi (http://ftalphaville.ft.com/blog/2012/04/24/972461/once-upon-a-time-in-italian-banking/). In pratica abbiamo il pubblico in crisi di debito che ad un certo punto non può prendere a prestito dal privato perché anche lui è in crisi. I capitali dall’estero segnalati dal rosso delle partite correnti, non ci sono più. Rozzamente, per la Spagna accade la sequenza al contrario.

Soluzioni? Facciamo come l’Argentina! Bene. Perdite di circa 300 mld per i privati italiani, e di circa 450 per il settore bancario. Aggiungiamo che ci sono paesi, tipo la Francia, esposti verso di noi per circa 350 mld, iterare il processo su tutti i paesi, aggiungere i CDS ed abbiamo il quadro. Ci sono n modi diversi per gestire una ristrutturazione. Forse l’Uruguay è più interessante (http://www.linkiesta.it/ristrutturazione-debito-italia-gulati). Allora usciamo dall’euro! Ottima idea: grazie alla svalutazione immediata del 30% (chez Nomura evidentemente ci vogliono bene) abbiamo appena aumentato il valore del debito, che è in euro, in maniera analoga. Credo non serva aggiungere altro. Anzi, aggiungo. Chi ci guadagnerebbe? I padroni del vapore che avranno già provveduto ad investire in qualcosa di diverso dall’Italia e che a seguito della svalutazione si ritroverebbero con potere d’acquisto moltiplicato per n. Al grido di aiutiamo il popolo lo si gabba. Come sempre.

La Germania non è esente da errori, tutt’altro. Uno per tutti: fate due conti di quanto s’è speso fin’ora per la Grecia e quanto era il suo debito. Inoltre in caso di rottura dell’euro rischia di perdere molte centinaia di miliardi, si avete letto bene centinaia di miliardi (qui: http://www.ft.com/intl/cms/s/0/99587c52-aa57-11e1-899d-00144feabdc0.html#axzz1x70b7hq9). Insomma o ci salviamo insieme o affondiamo insieme . Ok, la Germania dopo esser andata sotto può rimettersi a nuotare e raggiungere la riva, ma gli altri? Che fare? Eurobond? Weidmann ha perfettamente ragione: eurobond = federazione. Per quale motivo un tedesco deve pagare per i guai fatti dagli altri, senza poter avere voce in capitolo? Bankia. A febbraio la banca centrale spagnola dichiarava che il sistema bancario del paese non necessitava di iniezioni di capitali. A marzo Bankia dichiarava utili. Gli utili diventano perdite di 4 mld. Oggi sono 24. Taccio sulle stime dei capitali che occorrono all’intero sistema. Come fa un elettore tedesco a fidarsi? (Avvertenza: l’Europa non ha alcuna funzione di vigilanza sui sistemi bancari nazionali, né di garanzia. Il casino è tutto nazionale). Occhio che federazione non vuol dire UE attuale, dove le decisioni le prendono i governi dopo lunghe mediazioni, vuol dire organismi eletti democraticamente e dove per forza di cose la Germania conterà di più della Grecia, più di ora intendo, allo stesso modo per cui la Lombardia conta più del Molise. La crisi è profonda con potenziali esiti catastrofici. Non ci sono soluzioni semplici ed indolori e se ne esce solo con iniziative a livello comunitario e non a livello di singoli paesi.

Articolo di Spike, 7 giugno 2012

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