Carta straccia

4 Maggio 2011 di Stefano Olivari

di Anna Laura 
Caro Stefano, leggo con piacere che su Indiscreto (soprattutto nei commenti ai post) molte persone sono interessate anche a politica ed economia: allora c’è ancora speranza! Spero sia questo il futuro del sito, nella sua finzione lo sport è bellissimo ma toglie alle nostre vite troppo tempo e troppi pensieri. Spero che tu voglia pubblicare qualche mia lettera, sai bene in quale posizione io mi occupi di queste materie e quindi ti prego di concedermi lo pseudonimo.
Le banche centrali sono enti privati. Tutte, salvo qualche eccezione: mi vengono in mente Venezuela e Libia. Anche la Banca d’Italia è formalmente una spa di privati. Il debito pubblico: ti sembra che se lo stato italiano potesse stampare moneta avrebbe un debito pubblico? Quello dei vecchi tempi era enorme, ma solo contabile (fino a quando si riuscivano a piazzare i titoli di Stato), quello odierno è invece terribilmente reale.
L’Italia oggi non può stampare moneta, ma se lo potesse fare come ai vecchi tempi del pentapartito la faccenda sarebbe più o meno così: serve una quantità x di denaro, ipotizziamo 100 euro. Il ministro delle finanze si rivolge alla Banca d’Italia e dice “Ci servono 100 euro”. “Va bene”, risponde Draghi, ”do ordine alla Zecca (di proprietà dello Stato) di stampare una banconota di cento euro”. Costo dell’operazione: 4 centesimi di euro.
Ancora il teorico (teorico perchè attualmente gli euro circolanti vengono ovviamente determinati dalla BCE) Draghi: ”Ecco la banconota di cento euro che avete chiesto. In cambio voi emettete, a nostro favore, un Bot di cento euro e quattro centesimi”. In pratica: ci danno una sorta di ciclostilato al costo di quattro centesimi e si prendono una cambiale (il Bot) di cento euro e quattro centesimi. Bell’affare. Rendimento: 250.100 (duecentocinquantamilacento) %. Ora mi chiedo: gli economisti, i tanti professori della ‘società civile’ che insegnano nelle nostre università (statali) perchè non insegnano queste cose? O non le scrivono nei loro pesantissimi editoriali?
Bugie ed omissioni a fin di bene, forse. Magari il cittadino potrebbe avere la tentazione di votare per quei partiti che propongono l’uscita dall’Europa, finanziando il proprio debito con trucchi contabili come questo. La storia d’Italia fino all’euro è stata così: carta straccia per finanziare pensioni e lavori pubblici finti, con socializzazione dei fallimenti privati. La bella politica economica della Prima Repubblica, quella dei ‘galantuomini’ e dei ‘politici di razza’ che in tanti rimpiangono. In fondo a questa strada della moneta libera c’è la Repubblica di Weimar, ma nel concreto del presente BCE c’è per i paesi il rischio default: un default con poca inflazione, ma sempre un fallimento. 
Parlerò molto delle banche, perdonami se l’argomento è noioso ma vedo che in molti commenti si discute di interessi e tassi. I nostri depositi sono considerati come un debito (formalmente lo sono) che la banca ha a bilancio e quindi non ci paga le tasse, anche se questo debito produce guadagni favolosi. Che dire poi della riserva frazionaria, tu lo sai cos’è? E’ solo la quantità di denaro che sono costretti a trattenere presso la banca, una percentuale dei depositi dei clienti. Sai quant’è? Il 2%. Queto significa che possono prestare il 98% del tuo denaro al 7%, mentre tu gioisci per il 2,5 del tuo bond. Ma non è tutto, perché quel 98% del tuo denaro che viene prestato può essere prestato allo stesso tempo al tuo vicino di casa e contemporaneamente ad altri 48 individui. Quindi 7% per 50 fa 350% di interesse. Soldi con cui vengono finanziate acquisizioni vanagloriose o imposte dalla politica, oppure operazioni imprenditoriali dall’insuccesso già scritto. Per reggere la finzione il mondo ha bisogno di fede e auto-inganno. O almeno di non pensarci.
Anna Laura

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