Mi ha detto Stern

20 Gennaio 2010 di Mario Orimbelli

di Mario Orimbelli
Il passaparola mediatico crea soprattutto nello sport miti dirigenziali che trovano conferma più nelle tavolate fra giornalisti che nella realtà. Da Montezemolo a Bulgheroni, l’unica certezza sono le poltrone occupate…


Luca di Montezemolo è il mito del 90% dei giornalisti italiani, forse anche perchè ha voce in capitolo nelle loro carriere: fra direttori, vicedirettori e caporedattori è ormai impossibile tenere il conto dei fedelissimi. Inutile lavorare d’archivio per trovare esempi: possono bastare le recenti grottesche cronache da Madonna di Campiglio, dove Alonso e Massa hanno sciato (a Madonna di Campiglio: capito lo scoop?) e regalato banalità di stampo calcistico. Riprese con evidenza da Pravda con le dichiarazioni di Breznev da quasi tutti. Un altro filone interessante per gli studiosi di storia della malafede è quello del ‘traditore Schumacher’: per tutto il 2010 ci farà sognare, che il tedesco asfalti o no la concorrenza. Al di là del falso mito della Ferrari, Montezemolo è un collezionista di cariche di proporzioni disumane: un bulimico della poltrona, nei settori più diversi, con imitatori anche a livello più basso.
Uno dei più famosi, del quale parlavamo proprio stamattina con il direttore di Indiscreto, è Antonio Bulgheroni. ‘Il Toto’, idolo di molti addetti ai lavori, che in un’intervista asserì di avere a suo tempo preso il basket a Varese “per dovere civico”. Attenzione: Varese, alla fine degli anni Settanta, stava al basket come il Real Madrid al calcio. Risultato? Uno scudetto in 20 anni di presidenza e una retrocessione (la prima nella storia) in A2. Lasciando, infine, la squadra in coma irreversibile. Poi è diventato presidente della Lindt. Ebbene: nel 2009, per la prima volta nella sua storia, la Lindt ha annunciato 4 settimane di cassa integrazione per 400 dipendenti, 317 operai e 105 impiegati. Giocatore pluriscudettato? Si, ma con medie di un punto a partita. Ultimo dei panchinari: non che sia una colpa, ma oggi viene ricordato quasi come Ossola o Meneghin. Semmai eccelleva nel tiro al piccione, ai piccioni veri, con medie di 100 su 100. Dice di essere amico fraterno di David Stern, il boss Nba, e nel piccolo mondo del basket italiano gli credono anche: tanto chi è che può alzare la cornetta e chiamare Stern per conferma? Ora abbiamo letto che il boom Molinari nel golf sia merito del Nostro, entrato da qualche mese nel mondo delle mazze e delle palle. Ma Molinari è di Torino, gioca da quando è nato e probabilmente Bulgheroni non sa nemmeno chi sia.  Precisazione: nemmeno noi conosciamo Bulgheroni, però da frequentatori del sottobosco cestistico ne conosciamo la mitizzazione da parte degli addetti ai lavori. Conclusione? I famosi ‘grandi personaggi’, quelli che ti servono per un’intervista-riempitivo sui massimi sistemi il mercoledì delle settimane senza Champions League, sono spesso una nostra invenzione.
Mario Orimbelli, nostro inviato ad Induno Olona
(in esclusiva per Indiscreto)

Share this article