Mondiali Mediaset, vincono le partite e perdono le trasmissioni

17 Giugno 2018 di Indiscreto

I dati Auditel delle prime partite hanno detto in maniera inequivocabile che in Italia anche senza gli azzurri il Mondiale è un successo televisivo clamoroso. Una grande vittoria di Mediaset, è giusto sottolineare dopo averlo fatto anche con le sconfitte: su tutte Premium, schienata dai diritti della Champions League e ormai di fatto una provincia di Sky in attesa di definitiva chiusura.

Impossibili i confronti con il passato, visto che nel 1958 il televisore ce l’avevano in pochi e poche partite del Mondiale svedese furono trasmesse in Italia, ma ci viene da dire che si tratti di una vittoria anche degli italiani, evidentemente meno beceri di come vengano dipinti: anche senza il doping del tifo si appassionano all’evento sportivo più importante del pianeta, rispondendo presente anche a Marocco-Iran (23% di share!) oltre che a partite imperdibili come Spagna-Portogallo (7 milioni di spettatori totali, il 33,3% di share). Insomma, un successo commerciale e anche di immagine, oltre che un segnale importantissimo per il futuro della tivù in chiaro: era infatti dal 2002 che tutto il Mondiale non era disponibile in versione free. Forse la Lega avrebbe potuto osare e proporre nel bando per la serie A una partita in chiaro a giornata…

Tornando al nostro Mondiale televisivo, cosa non funziona a parte alcune seconde voci un po’ tristi, tipo Di Gennaro? Facile: non funziona il contorno, veramente di serie C. Non ci riferiamo alle parti di collegamento fra una partita e l’altra, che scivolano via da tanto stretti che sono i tempi, ma alle trasmissioni pop in seconda serata, quelle che da sempre coinvolgono il pubblico generalista che sfugge alle partite e fanno sì che il Mondiale sia un evento ricordato da tutti. Ecco, fra Tiki Taka Russia e Balalaika la spunta, nella corsa verso il basso, la trasmissione condotta da Nicola Savino e Ilary Blasi, con Belen Rodriguez, la Gialappa’s Band e altri ospiti, con le giornaliste sportive onestamente indistinguibili dalle vallette. Un festival di battute che sono sembrate sessiste anche a noi del bar, ma con il vero crimine di non essere nemmeno divertenti: infatti i dati d’ascolto sono stati un disastro, la metà di quelli di Amadeus su Rai Uno con i cantanti one shot.

Tiki Taka Russia pur in un contesto di svacco ha il merito di ricordarsi che c’è il Mondiale, ma con la conduzione Pardo-Pucci non sono mancate presenze imbarazzanti come quella di Ria Antoniou, comunque già presente nella versione normale di Tiki Taka: in questo quadro è apparso un gigante, più di quanto già non sia, Fabio Capello, ed abbiamo addirittura apprezzato il nulla pneumatico di Javier Zanetti che nei comunicati stampa viene definito ‘talent di Mediaset’ (all’ultimo conteggio risulta ancora vicepresidente dell’Inter). Balalaika vorrebbe invece brillare di luce propria ma non diverte nemmeno secondo l’estetica trash: unico a salvarsi di mestiere ci è sembrato Abatantuono, davvero penosa la Gialappa’s (ma lo è già da da un po’) che ha illuminato i nostri anni Novanta, mentre i doppi sensi su Cristiano Ronaldo e Belen sono incommentabili.

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