Il pacco Higuain e la pedina Icardi

30 Maggio 2018 di Claudio De Carli

Higuain all’Inter e Icardi alla Juventus, lo abbiamo letto dappertutto e ormai qualunque personaggio legato ad una delle due squadre viene interpellato riguardo a questo scambio che fino a una settimana fa sembrava fantacalcio. Asterisco: in alcuni punti scherziamo, in altri no. Ma lo facciamo per adeguarci ai protagonisti della vicenda, non per confondere i lettori: non puoi riportare seriamente le parole di chi ti prende in giro, soprattutto se lo conosci da anni. Dunque la Juventus avrebbe deciso di tendere una mano all’Inter per toglierla dalle sabbie mobili del fair play finanziario: sarebbe addirittura disposta a smenarci e quindi propone senza indugi lo scambio Higuain-Icardi con un ulteriore esborso di 50 milioni di euro giusto per non lasciare dubbi sul suo gesto e sulla sua volontà di ridare equilibrio al campionato, visto che Ausilio quei 50 milioni li investirebbe di sicuro per un altro giocatore da scudetto e non certo per il nuovo Dalbert. Ma la Juventus non vuole che si sappia in giro, come del resto accade per tutte le iniziative a scopo benefico, e così ha dato mandato al suo studio legale di individuare fra le pieghe della clausola rescissoria del capitano dell’Inter di 110 milioni e valida solo per il mercato estero se ci sia un cavillo, una postilla, una riga scritta in un italiano zoppicante, insomma se per caso ci sia l’opportunità di infilarsi, per trovare una soluzione senza disturbare l’Inter in una fastidiosa trattativa. E con altrettanto fair play ha fatto sapere in giro che sono tutte fantasie della stampa: Higuain è un tesserato, non se ne parla proprio.

Su questo non si può darle torto, povera Juventus messa nel mirino dai giornalisti italiani: il baratto campeggia sulle prime pagine, un chiasso che non fa bene a nessuno. Del resto l’operazione ha dei paletti che non fanno una grinza: l’Inter deve far saltare fuori circa 40 milioni di plusvalenze entro fine giugno, operazione al limite dell’impossibile senza rinunciare a uno dei suoi pochi campioni, e inoltre Maurito non corre il rischio di ripetere la disastrosa trattativa per portare Guarin a Torino e Vucinic a Milano, perchè la cessione del capocannoniere della serie A non scatenerebbe la rivolta della curva Nord che ai tempi si mise di traverso e fece saltare tutto. Le parole di Antonello (“Faremo tutto quello che è corretto fare per trattenere il capitano. È una pedina del nostro club”) non sembrano esattamente quelle dell’amministratore delegato di un club pronto a fare le barricate per trattenere Icardi.

Quando si muove Marotta sa quel che fa e di Higuain non sa più cosa farsene. De Laurentiis gli tirò un bel pacco da cento milioni con vista, ma giusto vista, Champions. L’operazione è stata un disastro, in rapporto alle aspettative. Un gesto, quello della Juventus, che ha ricevuto subito tentativi di emulazione, naturale, lavorare sul sociale conferisce prestigio, tutti pronti a tendere una mano alla disastrata società nerazzurra. E così in attesa di incassare la firma di Maurizio Sarri al Chelsea, il neo-israeliano Roman Abramovich ha già promesso all’ex tecnico del Napoli di essere pronto a sganciare quei benedetti 110 milioni di euro per portargli il bomber dei suoi sogni che, ancora De Laurentiis, gli aveva promesso tramite cinepanettoni e comparse sul set della signora Wanda Nara, moglie e agente. Quindi è fatta… La clausola rescissoria prevede che ti presenti in banca, fai un bonifico e il bomber è tuo. Per Abramovich 110 milioni sono pari a tre mesi di bolletta telefonica di un allarmato tifoso dell’Inter e allora la società si è improvvisamente svegliata. La clausola rescissoria si alza a 160 milioni e sempre e solo per l’estero, quindi, a conti spannometrici, Icardi verrebbe a costare circa 250 milioni fra cartellino e ingaggio, una cifra che nel calcio di oggi non suscita scandali. Va ricordato che se andasse al Chelsea, che non si è qualificato per l’Europa di serie A, Icardi dovrebbe rinunciare per almeno un’altra stagione alla vetrina che si è guadagnato sul campo dopo anni di delusioni. Insomma, nell’estate 2017 avremmo detto una cosa diversa ma oggi perché Icardi dovrebbe andare al Chelsea? Se poi ci volesse andare perché con Wanda vuole ristrutturare una casa anche a Londra, e il Chelsea fosse d’accordo, non ci sarebbe bisogno di nessuna trattativa. Si ritorna alla clausola rescissoria e al suo ‘dopo’, con frasi da interpretare e di sicuro utili per fare pressione. Chi mai vorrebbe aprire un contenzioso legale? Quale giocatore nel fiore degli anni, per quanto ben pagato, vorrebbe perdere una stagione?

Ma queste sono piccolezze davanti a una carriolata di soldi, figuriamoci se la famiglia Icardi si ferma davanti a un appartamentino in Milano di 800 metri quadrati con ristrutturazione appena ultimata, a un pezzo di stoffa al braccio e al giovane Lautaro Martinez che, dopo averlo accolto a Malpensa, ha bisogno di un tutor in campo e fuori. Il calcio ci ha insegnato che questi valori sono solo triste retaggio dell’allarmato tifoso. In realtà il medesimo vorrebbe solo sentire Icardi che dichiara che per niente al mondo lascerebbe l’Inter, e l’Inter che per niente al mondo lascerebbe Icardi. E non che la società farà il possibile per trattenerlo quando basterebbe sedersi e rinnovare. Secondo pesante silenzio. E vorrebbe anche sentire che con la Juventus non si tratta, è lei la nemica storica, se è scritto che sarà l’Inter a sfilarle lo scudetto non è così che si comincia. Perchè in realtà Gonzalo Higuain , 31 anni a dicembre, 13 reti in meno di Icardi in questa stagione di serie A, attaccante di fama ma senza dubbio senza sensibili margini di miglioramento, ha l’aspetto di nuovo pacco, senza togliere nulla alla lodevole iniziativa benefica della Juventus che in realtà non sa a chi sdoganarlo.

Ovviamente non sappiamo cose che in questo momento non sanno neppure Higuain e Icardi, la certezza è che il giornalista viene mandato avanti per vedere l’effetto che fa. Intanto l’idea circola, viene metabolizzata, e magari in qualche settimana anche un ultras interista, forse lo stesso che contestava i perdenti Moratti e Ronaldo, comincerà a spiegarti la bellezza e l’utilità del fair play finanziario. Il resto lo faranno i giornalisti, quelli che non hanno capito perché Zhang non sia ancora riuscito a sbarazzarsi di Thohir e che credono sul serio che a colpi di Pinamonti l’Inter rientri nei parametri UEFA. Forse è iniziato il conto alla rovescia per la frase ‘Operazione in cui tutti ci guadagnano’.

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