Servizio civile obbligatorio?

15 Maggio 2017 di Indiscreto

Torneremo a dedicare qualche mese della nostra vita alla comunità di cui facciamo, volenti o nolenti, parte? Non con il vecchio servizio militare o civile obbligatorio, abolito nel 2005 e che nel nostro vecchio mondo tracciava la linea divisoria fra chi faceva il furbo (erano insufficienti i toraci di mezza Italia) e chi non lo faceva, trasversalmente a destra e sinistra. Ma un generico servizio civile, la cui utilità nell’immediato sarebbe evidente: si pensi soltanto ai servizi agli anziani o per l’ambiente ed in genere a tutto ciò che non è quantificabile o programmabile.

A Treviso, al raduno nazionale degli Alpini,  la Pinotti l’ha buttata lì. Forse il ministro della Difesa l’ha fatto per guadagnarsi un titolo a buon mercato, forse ci crede davvero. Di sicuro è una posizione che si inserisce in un dibattito più ampio e in una nuova sensibilità europea (Macron ha parlato senza mezzi termini di servizio militare, sia pure per un periodo limitatissimo) che potremmo sintetizzare così: una società che non trova elementi unificanti ed esperienze comuni è una società destinata a morire velocemente, senza nemmeno la spinta di guerre o povertà. Il ‘Di qua o di là’ è quindi trasversalissimo.

Perché l’abolizione (tecnicamente una ‘sospensione’ a tempo indeterminato) del servizio militare all’italiana, quindi nella media di chi lo ha fatto una semplice esperienza parastatale lontana da casa e non certo una scuola per Rambo, fu ufficializzata da un governo di centro-destra ed applaudita sia dalla sinistra sia dall’italiano medio. Non ci fu di fatto una discussione né un fronte di contrari, ma soltanto applausi perché così i giovani potevano entrare un anno prima nel mondo del lavoro (o della disoccupazione). Sono però altri tempi e quindi magari qualcosa è cambiato. Un ‘momento unificante’, come lo ha definito la Pinotti, nel lungo periodo potrebbe valere molto. La domanda è quindi la seguente: siete/siamo per il servizio civile obbligatorio in Italia?

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