Roger Moore e i pomeriggi di ‘Attenti a quei due’

24 Maggio 2017 di Indiscreto

Roger Moore, da poco morto nella sua amata Crans-Montana, è stato un credibile interprete di 007, ma secondo noi ha dato il meglio in Simon Templar e soprattutto in Attenti a quei due, il telefilm (allora si chiamavano così) che rappresentava un appuntamento fisso delle domeniche pomeriggio anni Settanta.

Come volto dell’agente segreto più famoso nella storia del cinema non è stato un’icona come Sean Connery, ma è stato nella parte almeno quanto Pierce Brosnan e senz’altro più dei rigidi Timothy Dalton e George Lazenby, o di Daniel Craig che sembra il figlio di Putin. Moore ha lavorato tanto per il cinema (‘I quattro dell’oca selvaggia’ va visto almeno una volta l’anno) e tantissimo per la televisione, con le vette appunto di Simon Templar (‘The Saint’), negli anni Sessanta, e di ‘Attenti a quei due’ (The Persuaders!’) a inizio Settanta, la produzione di ITV che in Italia arrivò nel 1974 e di cui tutti (tutti) quelli a quei tempi già in pista ricordano come minimo la sigla, con le foto incrociate delle vite dei due protagonisti, e una musica che entrava in testa. Sigla che poi sarebbe stata citata e copiata in mille altre serie.

Moore interpretava Lord Brett Sinclair, aristocratico inglese, mentre Tony Curtis era Danny Wilde un milionario americano di origini più umili. Sinclair e Wilde erano sostanzialmente due ricchi fancazzisti, al tempo stesso amici e rivali, la cui passione per l’avventura li portava in mezzo a casi intricati, risolti con un misto di astuzia e di forza. Le storie, ambientate in giro per l’Europa, erano inconsistenti, ma la contrapposizione di caratteri e le battute notevoli, al punto che il lunedì ci si divideva (davvero) nei fan di Roger Moore  e in quelli di Tony Curtis. Le differenze fra classi sociali, anche nei dettagli, erano senz’altro il secondo livello di lettura di ‘Attenti a quei due’ e uno dei motivi per cui la sua visione regge il passare dei decenni. Il telefilm ebbe un grande successo già nella sua epoca, non ha bisogno di essere rivalutato fuori tempo massimo. E terminò, in sostanza, perché Moore era stato fagocitato da 007. Come e più di Simon Templar contribuì all’identificazione fra Roger Moore e i suoi personaggi al punto che lui, nonostante un’infanzia certo non agiata e una gavetta lunghissima, sembrava davvero un lord.

 

 

Share this article